E’ nell’ambito dei provvedimenti volti a ridurre la spesa pubblica che il commissario straordinario del comune di Messina Luigi Croce ha deciso la chiusura di alcuni centri servizio ubicati nelle sei circoscrizioni.
La scelta è finita su Bordonaro, Briga, Castanea e Rodia. Ma subito si sono manifestate le reazioni di disappunto da parte dei consiglieri delle circoscrizioni interessate.
“Il provvedimento – scrive il presidente del VI quartiere, Enrico Ferrara – è stato adottato senza aver preso in considerazione gli atti amministrativi del Consiglio e senza alcun avviso preventivo con i rappresentanti circoscrizionali. Anzi, nell’ultima riunione indetta dal Commissario con i 6 presidenti circoscrizionali in merito alla chiusura dei centri servizi, erano stati esentati proprio quelli di Rodia e Castanea, in considerazione del fatto che gli immobili sono di proprietà comunale, quindi non comportano alcun onere. Ci si chiede qualora questo provvedimento venisse attuato, se non vi è una emarginazione dei cittadini residenti nelle zone periferiche della città, considerato che per usufruire di quei servizi fino ad oggi erogati, sono costretti a raggiungere il centro città con tutte le problematiche che Messina al momento presenta, in termini di trasporto pubblico”.
A dar man forte al presidente Ferrara, anche il consigliere Mario Biancuzzo: “Ancora una volta a pagare sono i residenti dei villaggi – ha dichiarato -, con la chiusura dei centri servizio di Rodia e Castanea, si ritrovano senza avere più servizi e sono sempre più penalizzati”. Con il riordino attuato pare infatti che adesso il centro servizi più vicino per gli abitanti di quei villaggi, come Gesso, San Saba, Acqualadrone, sarà quello di Ganzirri. Sarebbe stato più logico, dice Biancuzzo, chiudere la sede di viale Boccetta, vicina a palazzo Zanca e in affitto, “accertato che in queste località vivono numerose persone anziane ed hanno notevole difficoltà a raggiungere la città. Chiudendo la sede di viale Boccetta, invece, ci sarebbe stato il risparmio auspicato per le casse comunali”.
Anche la terza circoscrizione non ci sta. Gioveni, Cacciotto e Arlotta chiedono anch’essi la revoca della decisione adottata. “Il centro servizi di Bordonaro – scrivono i tre consiglieri – non incide affatto nell’ottica dei fitti passivi per Palazzo Zanca visto che già da 2 anni e mezzo risulta ubicato nell’ex scuola elementare di via Scaminaci di proprietà comunale”.
“Riguardo invece alla carenza di personale amministrativo – concludono Gioveni, Cacciotto e Arlotta – pur apprezzando la volontà del Commissario di rafforzare la sede circoscrizionale centrale di Camaro potenziandone i servizi, riteniamo più equilibrata e certamente meno drastica una ulteriore riduzione dei giorni di apertura, ossia da 3 a 2 alla settimana, proprio per dare la possibilità (seppur in misura ridotta) alle migliaia di residenti dei tanti villaggi collinari che hanno per altro difficoltà a spostarsi con i mezzi pubblici per la nota carenza di autobus, di usufruire dei preziosi servizi anagrafe e di stato civile”.