“L’urlo del precario”. E’ il titolo di una lettera-riflessione da parte della Flc (Federazione Lavoratori della Conoscenza) Cgil, un realistico quanto amaro dibattito sulle condizioni dei lavoratori che da anni sostengono, con contratti rinnovati ogni 1 settembre, il funzionamento della scuola pubblica.
Scrive l’Flc Cgil: “L’urlo di chi non si vuole arrendere mai unito alla forza di credere che un futuro deve esistere definisce quella linea sottile che nella vita separa ”il futuro” dalla rassegnazione e dalla morte. Questa considerazione, che deriva da un’esperienza vissuta e che poco ha a che fare con il mondo scolastico lavorativo, esprime bene l’immagine della disperazione che si trasforma in forza di sopravvivenza; quella forza che neanche sai di avere, ma che, messo alle strette da eventi inaspettati e terribilmente drammatici, ti esplode dentro alla ricerca disperata di una prospettiva di vita. Il futuro, “la vita” è la vittoria nella continua lotta tra il bene ed il male; la lotta, ovvero la capacità di resistere e reagire, risulta l’unica arma che l’uomo ha sempre avuto per superare qualsiasi evento anche drammatico, pericoloso o mortale.
La draconiana riforma Gelmini, basata su un taglio sostanziale della “conoscenza pubblica”, ricorda gli anni bui delle epurazioni di massa del ‘900, ci ha colpiti pesantemente nella dignità professionale e personale. Non dimentichiamoci che questi pesanti tagli, bel 136mila in soli tre anni del personale docente e ATA , ovvero operatori della conoscenza, di fatto impoveriscono il sistema scolastico,fulcro della crescita democratica del nostro popolo. Le conseguenze tutte negative di tale accanimento le conoscono tutti, dai docenti, agli studenti e loro famiglie; tra queste, spiccano, a indelebile memoria: la riduzione delle ore di lezione e tempo scuola, aumento numero alunni/classi, riduzione fondi istituto, l’accorpamento degli istituti scolastici.
Questa operazione di marketing effettuata dal precedente governo, definita “razionalizzazione della scuola pubblica” è stata pubblicizzata come soluzione di “qualità dell’ istruzione”; ha colpito solo i lavoratori statali a partire dai precari, i quali, causa dello sperpero del denaro pubblico, venivano identificati come “fannulloni” o “ la parte peggiore dell’Italia”.
Le azioni di risposta determinate dalla presa di coscienza comune, come le manifestazioni degli ultimi anni, se pur partecipate, non hanno né una scadenza temporale, né si esauriscono in un solo giorno,ma sono le gambe su cui camminano le nostre idee e le nostre speranze. Esse formano aggregazione per il raggiungimento dell’obiettivo comune: il lavoro e la dignità che ne consegue per la crescita sociale di una comunità veramente democratica.
Purtroppo, anche con l’attuale governo “tecnico”, dopo dialoganti ma non sempre fruttuosi tavoli tecnici, non si riscontrano ancora segnali positivi per tutte quelle vertenze nate tra lavoratori della conoscenza ed il lascito legislativo del precedente governo. A questo si aggiunge l’incomprensibile presa di posizione a partire dal maxiemendamento al provvedimento sulla spesa pubblica (su cui il Governo ha già ottenuto la fiducia al Senato), la “spending review” che ha prodotto, sul comparto scuola e non solo, un pericoloso strappo sindacale e, di conseguenza, una durissima posizione della FLC, che, nella persona del segretario Nazionale Pantaleo, conferma lo sciopero del pubblico impiego del 28 settembre.
Il maxi emendamento peggiora le condizioni di lavoro nei comparti della conoscenza, taglia ulteriori risorse agli istituti di ricerca pubblici, alle scuole e alle università, assesta un durissimo colpo alla contrattazione, licenzia migliaia di precari, colpisce duramente il diritto allo studio attraverso l’aumento delle tasse universitarie.
Amarezza e disappunto per il mancato accoglimento di alcune proposte di modifica che forse non sarebbero costate neppure molto: “Nulla di fatto – sottolinea Pantaleo – nemmeno sull’assurdo divieto di pagare le ferie ai supplenti della scuola”. Ed è proprio su questo punto che la Flc intende dare battaglia anche nelle aule dei tribunali: “Siamo pronti a promuovere migliaia di ricorsi”. Per non parlare della conversione in Ata del personale docente inidoneo che viene definita dalla Flc “indecente”. “La misura è colma – conclude Pantaleo – e contro il Governo Monti metteremo in campo un durissimo conflitto sociale. Non è più rinviabile lo sciopero generale di tutti i lavoratori pubblici e privati”.