Il dibattito sulla sfiducia al sindaco ormai sta assumendo toni surreali. Anche perché, è bene sottolinearlo, resterà solo ed esclusivamente un dibattito per gran parte del 2016, salvo colpi di scena.
Dopo l’emergenza mense scolastiche, una chicca tutta di quest’amministrazione, il commissario Pd Ernesto Carbone, cambiando radicalmente idea rispetto a quando ha dichiarato “siamo leali alleati della giunta”, ha annunciato di voler staccare la spina, anche se, “democristianamente” è rimasto vago sui tempi esattamente come aveva fatto D’Alia, su Tempostretto, a fine dicembre.
“Se non fossimo di fronte a un dramma vero ci sarebbe da ridere di gusto sulle vicende impossibili che si registrano- ha dichiarato Carbone- Altro che free Tibet. Messina è free water e free food. Messina è senza nè acqua nè cibo nelle mense. E specialmente, Messina è senza un sindaco e un' amministrazione capace di garantire l'abc dei servizi ai propri cittadini. Mi chiedo cosa intenda Accorinti col termine amministrare? La pazienza del Pd – come quella dei messinesi- è davvero finita. Messina merita di meglio. Ed è tempo che anche a Palazzo Zanca si respiri aria nuova."
A replicare a Carbone è stato l’assessore alla cultura Tonino Perna, con una frase talmente sibillina da non essere pienamente comprensibile, sicuramente però ironica: “L'Amministrazione comunale non può che apprezzare la scelta di campo di Carbone in favore dell’acqua pubblica (free water) e del cibo per tutti (free food), che fa parte integrante dei valori a cui si ispira”.
Nelle scorse settimane ad annunciare venti di guerra era stato D’Alia ma anche lui sui tempi era stato piuttosto vago: in tempi ragionevoli si dovrà porre fine a questa esperienza amministrativa”. Da quel momento, approfittando anche della trasmigrazione dal Pd in Forza Italia dell’area genovesiana, i centristi sono saliti sull’aventino, disertando le sedute d’Aula, nella piena consapevolezza che comunque il sostegno all’amministrazione, finora assicurato dall’asse Udc-Pd-Dr, sarebbe stato garantito dai nuovi azzurri. Qualora i numeri dovessero tornare ad essere traballanti sarebbero proprio i centristi (rimasti in 5 dopo l’addio di Carmelina David) a tornare sui loro passi per far quadrare i conti e garantire che i “tempi ragionevoli” si verifichino appunto a tempo debito. Nonostante ciò a sparare a zero è Libero Gioveni che da un lato definisce positivo il contratto di servizio Atm votato dal Consiglio due giorni fa grazie al sì di 11 consiglieri, dall’altro però stigmatizza il voto favorevole di quanti fino a poche settimane parlavano di sfiducia.
“Quando il presidente nazionale dell'Udc Gianpiero D'Alia ha detto che la sfiducia all'Amministrazione Accorinti non si annuncia ma si vota, aveva ragione- dichiara Gioveni- Chi vuole staccare la spina non può continuare a riattaccarla facendo credere che la corrente o l'ossigeno non passino! I fatti dicono che questa Amministrazione è politicamente sostenuta da Forza Italia (rafforzata dai "Genovesiani") e dal gruppo dei DR, ossia da coloro che più di tutti hanno annunciato di voler porre fine a questa stagione politica! Tra gli 11 consiglieri che nei mesi scorsi hanno presentato una sfiducia al sindaco Accorinti , ben 9 hanno votato il contratto di servizio ATM, ripetendo il "SI" di due settimane fa con l'approvazione del Bilancio Consuntivo 2014! Se questi non sono fatti (politici) io non mi chiamo Libero Gioveni!”. Val la pena ricordare a Gioveni che fino a poche settimane fa e per ben due anni e mezzo sono stati proprio gli Udc a garantire in modo compatto la maggioranza insieme ai colleghi Dr e parte del Pd. Non si capisce perché poi il consigliere concordi sul giudizio positivo sul contratto di servizio Atm ma poi pretenda che gli altri lo boccino a prescindere, per partito preso: “ La nuova linea politica assunta dal nuovo asse di ferro "Forza Italia-DR-CMdB" non la giudico negativamente sotto il profilo della continuità amministrativa che si vorrebbe dare ad un lavoro già iniziato, ma non si può non pensare che questo "dietro-front" sia frutto soprattutto di una "paura del voto" per la confusione che regna ancora fra i partiti e sui nuovi assetti delle coalizioni! Tengo a ribadire che il "si"al contratto di servizio è senz'altro un fatto positivo per la città, tant'è che anche il sottoscritto, insieme al gruppo, nella lunga fase preparatoria ha contribuito a migliorare l'atto e non abbiamo voluto rischiare che con un nostro voto contrario la delibera non avesse il "si" definitivo dell'Aula”. In sintesi quindi Gioveni spiega che, pur ritenendolo un buon contratto di servizio gli Udc avrebbero voluto bocciarlo, ma non hanno votato contro per evitare che venisse affondato in Aula. E infine contesta ai colleghi di aver votato sì ad un provvedimento che giudica positivo per la città…. Se davvero gli Udc avessero voluto affondare la delibera sarebbero dovuti restare in Aula. Resta il dubbio, ma nei prossimi mesi saranno i fatti a dirlo, su quale comportamento adotterebbero i centristi in caso di possibilità che manchi il numero legale. Tornerebbero in Aula? E voterebbero a favore? O sono gli unici su 40 che non hanno paura del voto? Su un fatto Gioveni ha ragione: la paura del voto. Questa è la ragione che accomuna tutti i gruppi consiliari, compresi gli uomini di D’Alia, che “alla bisogna” si turerebbero il naso, così come hanno fatto finora, e non farebbero mancare il sostegno all’amministrazione su quei documenti finanziari che, se non approvati, manderebbero dritti a casa i consiglieri ma non la giunta.
Rosaria Brancato