Il Teatro Antico di Taormina ha ospitato, nella serata del 21 luglio, dopo le precedenti giornate – dal 14 al 20 luglio, con esclusione del 18 – il gala di consegna dei TaoAwards, assegnati a personaggi del mondo della moda, del design, della televisione, della cultura, dello spettacolo, della scienza e della musica, premi che scelgo di non riportare, essendo già decorsa una settimana dall’evento, e per l’insignificanza, a mio avviso, di tale eventuale segnalazione.
Al taorminese Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, il 14 luglio, vi era stato l’opening della rassegna, che ha avuto quale Charity Partner: Fondazione Operation Smile Italia Onlus, importanti patrocini (come quello della Camera Nazionale della Moda, di cui è presidente onorario il Cav. Mario Boselli) collaborazioni e sponsor. Sembrerebbe un ricco progetto, alquanto ambizioso, certo, e con un’articolazione poco coordinata, ma qualcosa non torna, ribadisco, dopo aver partecipato per il 2° anno consecutivo alla kermesse (questa è stata peraltro l’edizione “Gold”) che ha avuto l’incipit con conferenza stampa (quest’anno l’11 luglio u.s. sempre alla “Baronessa”, Palazzo Calanna, di Taormina) con annuncio dei vincitori (ad eccezione per il 2018 dei due premiati per il Cinema e la TV, Violante Placido e Alessio Boni, i cui nominativi sono stati svelati dall’organizzatrice, Agata Patrizia Saccone, durante il caffè letterario del 19 luglio, alla presenza di Catena Fiorello, c/o l’Eden Grand Hotel San Pietro). A parte la poca originalità di manifestazioni di tal fatta – ormai le assegnazioni degli Awards sono alla mercè di chiunque riesca a scovare personaggi a fungere da premianti e premiati, senza una “ratio” sottesa, sembrerebbe, ma solo testandone la disponibilità – elemento fumoso è stata la tanto decantata selezione di 10 finalisti fra i 50 selezionati, su 560 brand del segmento Contemporary Fashion, ad opera di una non meglio definita Commissione di giornalisti e esperti nel settore; stesso discorso può farsi per i 19 designers finalisti (ma qui non si comprende neanche come si sia addivenuti alla scelta). Ci si potrebbe allora chiedere, e sarebbe del tutto lecito, la partecipazione è legata ad altre forme? (di contribuzione, ad esempio). Inoltre, l’esposizione nel trecentesco sito taorminese di una bellissima creazione orafa di Roberto Intorre, “Elogio della pazzia”, che si lega ad altre interessanti istallazioni a tema sull’Orlando Furioso, era parte del progetto espositivo? Se sì, come è stata operata anche tale selezione? Per il resto, le due esposizioni non mi sono apparse particolarmente degne di nota, né per gli allestimenti né per la scelta di capi, oggettistica e mobilio: ad eccezione, per il design, dei taglieri teste di moro, gli altri prodotti erano visti e stravisti, e per il fashion sono risultati apprezzabili solo qualche tessuto e lavorazione, di certo non mi hanno particolarmente colpita le creazioni della vincitrice Maria Sapio. Notevole davvero, invece, la mostra #save Borsalino, allestita dagli architetti Claudio Grasso e Federica Miranda dedicata al rilancio della storica maison, anche se la giornalista Valentina Frezzato de “La Stampa”, curatrice del bell’allestimento, non è stata affatto valorizzata come avrebbe meritato, a differenza del Sindaco di Alessandria, Comune che ospita il museo sede della collezione e il marchio. Uno dei premianti, la scrittrice Roselina Salemi, ancora, in quella serata conclusiva non ha avuto neanche la possibilità di un saluto, mentre grande spazio è stato invece sempre concesso agli sponsor, e ciò si può comprendere, ma un bilanciamento fra interesse economico e contenuti culturali andrebbe comunque operato. Quanto ai conduttori del gala, su Cinzia Malvini di La7 continuo ad esprimere condivisione per la notevole competenza, mi ha convinto invece meno, anche in questa edizione, Angelo Mellone di RAI 1, che ha sempre espresso contenuti alquanto generici. Il cantautore Giovanni Caccamo, fra i premiati, si è esibito in due splendide interpretazioni, confermandosi valente espressione delle nuove leve. E infine la moda, e non a caso, avendo ricoperto solo un ruolo di traino di tutte le altre componenti, come la formazione – cui è stata dedicata la tavola rotonda del 16 luglio c/o l’Hotel Excelsior – la cultura – con il Culture-day Fildis Siracusa, ”Theotokos, gli infiniti volti delle donne” con tema Donne in divisa, presentazione del romanzo “Il morso” di Simona Lo Jacono e animazione della mostra fotografica “Theotokos” di Maurizio Zivillica, teatralizzata dagli attori dell’Accademia dell’INDA di Siracusa – la scienza, e la sana nutrizione – con l’interessante tavola rotonda, moderata da Livia Azzariti presso Eden Grand Hotel San Pietro del 20 luglio u.s., con la presenza di esperti e della Fondazione Operation Smile Italia Onlus – e il design ha potuto contare sulla presenza, al convegno “Made in Italy”, a cura di Ordine e Fondazione Architetti di Catania, di Ferruccio Laviani, art director di Kartell.
La moda, dunque, alquanto oscurata, anche se le collezioni che hanno sfilato al teatro Antico, di Genny, Cividini, Le Copains, Piccione Piccione, e soprattutto Capucci – che ha pure proposto un (1) capo! in anteprima primavera – estate 2019 – sono apparse notevoli, ciascuna a suo modo, ma forse non adeguatamente presentate e valorizzate dunque appieno. Solo discreta la performance di danza, sempre della coreografa Fia Di Stefano, con gli esclusivi outfit di Le Monde du Cuir, “sponsor tecnico Gold”, con pantacollant dorati ad effetto scultoreo, indossati dai danzatori. Infine, l’Eden Hotel Resort Grand Hotel San Pietro, che ha anche ospitato l’ottimo cocktail prima delle premiazioni, pure in questa edizione è stato assolutamente all’altezza delle aspettative. In chiusura, la complessità è stata in parte assente in una kermesse che pure ha punti di forza che andrebbero approfonditi.
Tosi Siragusa