“E’ inutile nasconderlo: i piccoli presìdi andrebbero accorpati tra loro per creare centri più grandi e più sicuri. Maggiori volumi di attività corrispondono infatti, in generale, a maggiore qualità delle prestazioni”. Questa la presa di posizione forte e chiara dei neurochirurghi durante la tavola rotonda organizzata a Taormina dal prof. Tomasello (medaglia d’onore della federazione mondiale di neurochirurgia) per discutere “dell’impatto sociale dei tumori cerebrali e spinali e la comunicazione sui progressi terapeutici e tecnologici”, alla quale hanno preso parte il direttore generale ASP Messina Sirna, il direttore generale AOOR Papardo Piemonte Vullo ed i deputati regionali Panarello e Picciolo. Il direttore generale AOU Policlinico Gaetano Martino di Messina Restuccia è stato chiamato a Palermo per un problema importante e non ha potuto partecipare.
Un’occasione di confronto importante tra esponenti del mondo scientifico e rappresentanti delle istituzioni che ha offerto lo spunto per andare al di là del tema del convegno stesso per discutere dei tagli in sanità.
Secondo i calcoli fatti dall’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, infatti, saranno tagliate molte Unità Operative anche in Sicilia. Sulla base di questo dato di fatto si sono alternate le considerazioni e le prese di posizione.
L’on. Picciolo ha ribadito la sua convinzione che i centri piccoli vadano salvaguardati in quanto possono svolgere una funzione importante per alcuni tipi di urgenze, tenendo conto della difficoltà nel nostro territorio di spostarsi da un Comune ad un altro. L’on. Panarello ha sottolineato la necessità di concepire un modello di Sanità regionale che faccia i conti con l’universalità delle cure, da un lato, e con le presenti condizioni della finanza pubblica, dall’altro.
Sulla necessità di “fare rete” per fronteggiare meglio le sfide future, specie in una fase di spending review e dopo il taglio deciso dalla Sanità a livello nazionale che si tradurrà in diversi milioni di euro in meno anche per le Aziende messinesi, si è soffermato invece il dott. Vullo. Il dott. Sirna, infine, ha posto l’accento sui limiti del sistema DRG (raggruppamenti omogenei di diagnosi) che premia la pura produttività quando sarebbe invece necessario valutare il livello delle prestazioni attraverso una misura della qualità dei risultati clinici ottenuti dai pazienti.
“In un periodo nel quale i fondi a disposizione della sanità sono sempre meno- ha evidenziato il prof. Tomasello- non si può pensare di distribuire le poche risorse disponibili a pioggia. I fondi vanno assegnati tenendo conto di criteri quantitativi e, soprattutto, qualitativi, ovvero premiando il merito che va individuato non trascurando l’aspetto della qualità di vita del paziente nel post operatorio”. E proprio dal prof. Tomasello è partito l’appello ai rappresentanti istituzionali: “Nelle scelte più complicate in materia di sanità è fondamentale che vengano ascoltate di più le società scientifiche”.