Un Festival di Taormina che, anche quest’anno, porta con sé una malinconia latente. Malinconia Degli ospiti, nostalgici, retrò (o vintage?), in bilico tra il viale del tramonto e l’idroscalo dell’oblio.
Il confine è sottile. Della gioia e della potenza vitale del cinema, ancora, nemmeno l’ombra. Dopo una Melanie Griffith sull’orlo della crisi di nervi della scorsa edizione, quest’anno, ad aprire la kermesse, una Nastassia Kinski in abito purpureo sola e spaesata, affacciata sul baratro della disperazione professionale e umana. Il secondo giorno di Festival si apre con i fratelli Vanzina, che hanno presentato il loro ultimo film “Torno indietro e cambio vita”, per un cast tra cui Giulia Michelini, Ricky Memphis, Paola Minaccioni, Max Tortora e Raoul Bova. Com’è prassi, da diversi anni, anche oggi, Raoul Bova ha strisciato il proprio badge nel virtuale tornello del Festival di Taormina; anche oggi Raoul Bova ha provato a spiegarci come si possa convivere con il peso dell’essere un sex symbol; anche oggi, Raoul Bova ha sostenuto un photocall di fotografi e giornalisti accalcati per riuscire a catturare un’immagine (inedita) dello sguardo languido e inconsapevole del proprio fascino.
Della conferenza stampa resta una divagazione dell’attore sulle vecchie glorie dei ciclomotori: dal Califfone al Sì, passando per il Ciao e la Vespa.
La preistoria.
Giuseppina Borghese