MESSINA – La Tari costa tanto ai messinesi. Ne è consapevole l’assessore al contrasto all’evasione ed elusione tributaria locale, Roberto Cicala, che punta su un recupero significativo dall’evasione in modo da raggiungere l’obiettivo della riduzione del 30 per cento della tassa sui rifiuti. “Ottomila raccomandate inviate alle famiglie e diecimila pec in programma per società e partIte Iva: solo così potremo pagare meno, intervenendo sui cosiddetti fantasmi della Tari a Messina. L’omesso versamento, negli ultimi cihque anni, è di circa 100 milioni. 100 milioni di quota non incassata negli ultimi cinque anni, fra i 20 e i 25 milioni per anno”.
Per chi non risponde alla comunicazione comunale, partirà l’accertamento entro il 31 dicembre. È stato calcolato che il 55 per cento non paga la Tari entro l’anno corrente e dal 31esimo giorno scatterà la riscossione coattiva. E toccherà all’agenzia di riscossione intervenire. Spiega Cicala: “Con la consegna del nuovo software di gestione Tari, partirà anche l’attività accertativa di tutte le annualità non prescritte per omesso, o parziale, versamento delle bollette e fatture. C’è da dire, però, che l’incasso dell’ultima bolletta, con scadenza il 30 agosto, ha visto a distanza di un mese un incasso del 60%, a fronte di un incasso di pari percentuale che si otteneva in genere nell’arco dei 12 mesi”.
Rileva Cicala, che ha tra le sue deleghe la valorizzazione del patrimonio comunale e l’informatizzazione e dgitalizzazione della pubblica amministrazione: “Abbiamo invitato circa 8.000 famiglie residenti, non correttamente registrate, ad autodenunciarsi tramite una piattaforma web messa in linea per l’occasione. Sono stati inviati anche i moduli cartacei da compilare, con i dati catastali di occupazione e con l’obbligo di indicare la data di inizio detenzione degli immobili ai fini della tassazione Tari”. In corso d’opera l’aggiornamento dei componenti dei nuclei familiari, in modo da far pagare l’adeguamento. Anche nei casi d’eredità, non sempre è avvenuta la registrazione.
Evidenzia l’assessore: “Il 28 settembre è stata consegnata, per la notifica, la lista delle attività non domestiche non presenti nella banca dati. Elenco che è venuto fuori dagli archivi che la Camera di Commercio ci ha rilasciato e che il Comune ha lavorato, operando un aggiornamento. Questo elenco è formato da 10.500 righe. Tuttavia, la loro dichiarazione non porterà obbligatoriamente a una nuova tassazione, perché alcune attività potrebbero svolgersi senza l’ausilio di un immobile, mi viene in mente una società di vendita online senza magazzino, o utilizzando lo stesso immobile condiviso con l’abitazione. L’importante è che sia comunicata la tassazione a carico del privato”.
Da qui le diecimila pec per società e partIte Iva. Aggiunge l’assessore: “Da analisi attenta sembrerebbe che manchino soprattutto le tassazioni di attività non domestiche, che hanno la loro sede legale o operativa all’interno di condomini, utilizzando i contenitori di prossimità presenti nel condominio stesso”.
E ancora: “Un’altra azione in fase d’avvio, tramite la società in house Patrimonio Messina Spa, è quella di verificare la corretta superficie metrica di quelle attività che occupano immobili di categoria “D”, quindi stabilimenti di produzione, commercio ed esposizione. Questo perché il catasto non comunica in maniera massiva e automatica la superficie di questa tipologia di immobili. Ma essa deve essere ricavata dai documenti Docfa (software per la compilazione dei documenti tecnici catastali, n.d.r.), presentati al momento della costruzione o variazione catastale”.
Inoltre, nella zona industriale di Messina, risulterebbero diversi i casi in cui non si paga in modo adeguato il suolo pubblico. E anche questo fa parte del recupero del sommerso.