Sul “gong” il Consiglio comunale sferra un gancio all’Amministrazione e manda ko il piano economico della Tari, bloccando di fatto quell’aumento del 9% medio che avrebbe gravato ulteriormente sulle tasche dei cittadini. Sono bastati dieci voti contrari su diciannove consiglieri presenti per respingere una proposta di delibera che già la scorsa settimana aveva infiammato Palazzo Zanca, portando poi a uno scontro, quello di ieri, che dal pomeriggio si è protratto fino alle 22.35. Cinque ore di lavori che hanno portato a uno scontro più politico che tecnico, con la bocciatura di una delibera su cui, però, l’Amministrazione non vuole mollare la presa.
Non può esserne felice la Giunta De Luca, che ha già annunciato tramite le parole dell’Assessore Dafne Musolino di voler ripresentare a breve la stessa delibera, identica in ogni sua caratteristica. Una mossa che aprirebbe altri scenari e dimostrerebbe, in caso di un ribaltamento di voti, come ieri sia andato in scena uno scontro politico più che tecnico. Si andrà, quindi, ai supplementari e in ballo ci sono non solo 150 posti di lavoro a rischio rinnovo, quelli del personale addetto al porta a porta che non potrà essere confermato senza quest’ulteriore aumento di capitale in ingresso, ma anche i 100 nuovi assunti previsti per far fronte al servizio di spazzamento.
Decisivi, ieri, i “no” di M5S e centro-sinistra (a cui si sono aggiunti quelli di La Fauci e Pagano del centro-destra), che hanno chiesto un cambio di rotta sulla gestione dei rifiuti, evidenziando come la città si trovi in uno stato di degrado urbano dovuto all’assenza di un servizio di spazzamento adeguato, dovuto all’All-In dell’Amministrazione sul porta a porta. Dieci i contrari in totale, contro gli otto favorevoli e un solo astenuto, in una serata in cui l’ago della bilancia è diventato il centro-destra, con due voti a favore e due contro. Lo scontro è più vivo che mai e nel braccio di ferro tra Amministrazione e Consiglio nessuno dei due protagonisti vuole mollare la presa. Basterà, anzi basterebbe, una redistribuzione delle risorse attuali per garantire ai messinesi un servizio fondamentale e basilare, o si arriverà, alla fine, all’approvazione di questo aumento del 9% per fronte ai 6 milioni di euro in più di spesa previsti per il 2021 nella proposta della Giunta?