«Vorrei pregarvi di mostrare attaccamento e affetto nei confronti della città: dobbiamo rimpinguare le casse comunali, che sono quasi a zero, e per questo vi chiedo di votare celermente i regolamenti sull’introduzione della tassa di soggiorno e sull’Imu». E’ voluto andare personalmente in Aula consiliare il commissario straordinario Luigi Croce per parlare direttamente ai consiglieri, rivolgendo loro quello stesso appello precedentemente “consegnato” ai soli capigruppo consiliari nel loro incontro riservato, caduto nel vuoto, insieme al numero legale, nella seduta di mercoledì (vedi correlato). Per evitare che l’ inciampo della seduta precedente si trasformasse in una caduta vera e propria, non solo della sessione ma anche della faccia, Croce – senza preavviso né annunci – si è materializzato in sala Consiglio, dopo aver attraversato tutto il corridoio di palazzo Zanca, senza utilizzare la “scorciatoia” che dalla sua stanza lo avrebbe portato quasi sin dentro l’Aula, come era solito fare invece Buzzanca quelle poche volte che “onorava” il Consiglio della sua presenza .
Testa alta, passo deciso e sguardo fiero, l’ex procuratore capo della repubblica ha raggiunto la sala consiliare , dove ha immediatamente ricevuto la solidarietà del presidente e del consiglieri presenti per la lettera minatoria recapitatagli in mattinata. «Non era previsto che venissi qua, mi ero riservato di trascorrere un po’ di tempo con voi in un momento più tranquillo» ha esordito Croce per spiegare il “blitz” in aula e ha poi aggiunto: «Io sono venuto a Messina a fare il commissario esclusivamente per l’affetto che mi lega a questa città , non ho altri interessi né referenti». Subito dopo, l’appello di cui vi abbiamo riferito nell’incipit e, poi, via veloce nella sua stanza, dove ad attenderlo c’erano i rappresentanti sindacali per l’incontro dedicato alle numerose vertenze cittadine.
I consiglieri comunali, dopo avere ascoltato in rispettoso silenzio il breve intervento di Croce, hanno continuato i lavori d’aula e lo hanno fatto a modo loro e con i loro tempi, esprimendo più e più volte i medesimi concetti e dilatando i tempi di un dibattito che avrebbe potuto concludersi in un’ora ed invece è durato più tre ore. Ma, almeno stavolta, il risultato – auspicato anche da Croce – è stato portato a casa . Anzi, i risultati sono due perché i 22 consiglieri comunali (soglia massina che si riesce a raggiungere nonostante il Civico consesso sia composto da 45 consiglieri) hanno votato sia il Regolamento sull’introduzione della tassa di soggiorno che il Regolamento per l’applicazione dell’Imu.
TASSA DI SOGGIORNO
La tassa di soggiorno è una tassa di scopo che ha una finalità ben precisa: «finanziare esclusivamente interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive; interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali nonché interventi a favore della promozione turistica». L'introduzione della Imposta di soggiorno, che graverà sui visitatori “stranieri”, rientra nelle misure individuate dal Comune per l'attuazione del cosiddetto federalismo municipale, in base al quale il nuovo ruolo dell'Ente Locale dovrà essere orientato al contenimento ed alla razionalizzazione della spesa, nonché al reperimento di nuove entrate. L’atto deliberativo approvato dalla giunta Buzzanca lo scorso giugno è stato modificato dall’Aula in virtù dagli emendamenti presentati da Udc e Pd. Il partito di centro ha proposto e ottenuto che presupposto dell'imposta sia il pernottamento in strutture ricettive fino ad un massimo di 4 giorni invece dei cinque previsti dall’esecutivo di Palazzo Zanca . E’ sempre dell’Udc l’emendamento che prevede l’esenzione del pagamento del contributo per i minori entro il sedicesimo anno di età e non il diciottesimo. L’aula ha detto sì anche alla proposta dei centristi di rimandare a successiva delibera la costituzione di un "Laboratorio per lo sviluppo turistico della città di Messina", di cui – nelle intenzioni dell’ex giunta – avrebbero fatto parte la Provincia Regionale, il Comune, l'Autorità Portuale e le principali associazioni di categoria maggiormente rappresentative. “Cassate”, quindi anche tutte le attività e competenze loro attribuite nella delibera originale.
Sin qui gli emendamenti dell’Udc, ora quelli del Pd, tre per l’esattezza, di cui solo uno è stato approvato dall’Aula. Bocciati i due emendamenti che affidavano al Consiglio comunale e non alla Giunta (oggi il commissario) il compito di stabilire le tariffe, prerogativa che resta dunque nelle mani dell’esecutivo. Il consiglio potrà comunque dare un indirizzo in materia, approvando una delibera ad hoc. E’ passato invece, ma non senza polemiche, l’ altro emendamento presentato dal partito democratico (rappresentato in aula solo da cinque consiglieri: Calabrò, Gennaro, Sauta, Saglimbeni e Cucinotta), in base al quale il 50% degli introiti della tassa di soggiorno sarà destinata al trasporto pubblico in modo da offrire un servizio migliore ai turisti e rendere più agevole i loro spostamenti. Qualche consigliere ha, però, esclamato: «Ma se l’Atm non riesce a garantire il servizio neanche per i cittadini messinesi!. Verissimo, come è vero che una città che non offre una servizio di trasporto efficiente ai visitatori non può essere considerata e non potrà mai diventare una città turistica.
Votati gli emendamenti, si è passati alla votazione della delibera e dell’immediata esecutività, raggiungendo l’en plein: 22 favorevoli su 22 consiglieri presenti.
REGOLAMENTO SULL’IMU
Forse perché lo stomaco cominciava a brontolare, forse perché di fatto si trattava di un passaggio obbligato previsto dalla Legge e su cui – almeno per tutto il 2012 – i Comuni non avranno voce in capitolo, dovendosi adeguare alle aliquote fissate dallo Stato, ma il regolamento sull’Imu è stato approvato in meno di cinque minuti. Se avessero potuto scegliere , ma non potevano, i consiglieri avrebbero fatto volentieri a meno di votare quest’atto, che di fatto darà il là all’inasprimento della tassa, che raggiungerà la soglia massima obbligando i cittadini messinesi ad ulteriori sacrifici. Per rimpinguare le casse comunale ma soprattutto sperare in un futuro migliore. (Danila La Torre)