Casa Serena resta un rebus senza soluzione. Da mesi il Comune tiene sul filo del rasoio il futuro della struttura di Montepiselli, inizialmente sembrava essere certa la chiusura per consentire i lavori di messa a norma, poi il passo indietro per valutare nuove soluzioni, adesso continue proroghe che non fanno altro che esasperare gli animi. E anche stavolta, arriva la fine del mese e si ricomincia a parlare di futuro, licenziamenti, incertezze. Le riunioni che si chiudono con un nulla di fatto neanche si contano più. E ieri sera c’è stato l’ennesimo faccia a faccia tra i sindacati e il presidente della Cooperativa Azione Sociale che ancora oggi continua a gestire la struttura in regime di proroga, nonostante questa abbia da poco fatto notificare un decreto ingiuntivo esecutivo al Comune di 337.540 euro, oltre interessi legali e onorari.
Dal 1 agosto potrebbero infatti variare le condizioni del capitolato in virtù di quella riduzione di servizi e personale che il Comune ha deciso di avviare per consentire gli interventi di sistemazione senza chiudere totalmente Casa Serena. I sindacati però sono sul piede di guerra perché contestualmente non è ancora stata data una sistemazione ai 60 lavoratori che dovrebbero lasciare la struttura proprio in seguito alla riduzione di personale.
“Se non si segue un crono programma preciso che consenta il licenziamento e la riassunzione dei lavoratori di Casa Serena, c’è il rischio che per molti di loro non ci sia soluzione occupazionale ed economica. Chiediamo un incontro immediato all’assessore Mantineo, fermo restando che aspettiamo ancora di leggere le relazioni dei dirigenti che hanno “sconfessato” le precedenti sulla necessaria chiusura temporanea della struttura d’ospitalità”. Questo il commento della segretaria della Funzione pubblica della Cgil, Clara Crocè, al termine dell’incontro con Azione Sociale per discutere dei criteri di scelta del personale che da 100 unità dovrebbe scendere a 40 a partire dal primo agosto. La cooperativa Azione sociale , infatti, non potrà fare a meno di licenziare i 60 lavoratori in esubero. “Ancora non si è provveduto all’aggiudicazione dei bandi di gara che prevedono la ricollocazione di 37 lavoratori nel bando Sad della 328; 9 infermieri e 2 amministrativi nei bandi gestiti con fondi comunali. In ogni caso 12 lavoratori rimarranno comunque senza occupazione. Oltre il danno la beffa. I lavoratori rischiano di rimanere senza alcuna forma di reddito” ammonisce Clara Crocè.
Sulla stessa linea anche la Uil Fpl. “Siamo indisponibili a qualsiasi accordo che lasci per strada 60 famiglie solo sulla base di tagli ragionieristici. Se ci sono stati sprechi paghi chi li ha determinati, perché ad oggi gli unici a pagare sono i più deboli” hanno commentato il segretario provinciale Pippo Calapai e la responsabile del III settore Laura Strano. La Uil Fpl contesta il capitolato d’appalto proposto dal Comune e accettato dalla cooperativa che riduce il servizio, viola gli standards normativi minimi regionali e non è in grado di garantire adeguata assistenza. Contesta i criteri di presunta futura dislocazione in altri servizi degli operatori in eccedenza stabiliti unilateralmente senza i richiesti tavoli tecnici e che produrranno “figli e figliastri”, fermo restando che ad oggi garantiti sono esclusivamente i 40 operatori su 100 che dovrebbero rimanere in servizio. I sindacalisti parlano di “assoluta mancanza di trasparenza informazione sulle condizioni reali di sicurezza della struttura e sullo stato dei lavori e l’assenza di una seria programmazione del servizio da parte dell’amministrazione che si preoccupa di incrementare i Cag, ma non di mantenere e estendere a nuova utenza il servizio residenziale agli anziani, fermo restando l’esigenza di applicare criteri di economicità”. Calapai e Strano chiedono ancora una volta garanzie occupazionali per tutti gli operatori fin quando non si troverà una soluzione imparziale che garantisca anziani e lavoratori e programmi un servizio più ampio e di qualità alla città, evitando figli e figliastri.
Anche per il Cisl il presupposto fondamentale è quello di salvaguardare tutta la forza.”Ribadiamo che l'Amministrazione, oltre a dover dare ampie assicurazioni, deve contestualmente far partire tutti i servizi della Legge 328”. È quanto hanno dichiarato Calogero Emanuele e Saro Contestabile della Cisl Funzione Pubblica dopo l’incontro. “Sulla definizione dei criteri di scelta dei 40 lavoratori – continuano – aspettiamo le proposte che la cooperativa presenterà per fare le opportune valutazioni e le eventuali controproposte. Tutto, però, va fatto in tempi brevi e da parte dell'Amministrazione ci aspettiamo di avere certezze sulle garanzie occupazionali di tutta la forza lavoro da utilizzare dal prossimo mese di agosto sia a Casa Serena sia nei servizi previsti dalla legge 328 già aggiudicati”.
F.St.