Storie estreme e realtà amare come quella dell’operaio Agostino per trattare con leggerezza un tema per molte famiglie angosciante: la casa.
Un giorno Agostino esce dal suo appartamento situato al quarto piano di un palazzone a Tor Bella Monaca; è vestito in giacca e cravatta e insieme a sua moglie sta portando il figlio in chiesa per la Prima Comunione. Quando tornerà per festeggiare si accorgerà che la sua chiave non apre più la porta. Gli hanno occupato casa. Alla Polizia dicono che Agostino non ha nessun titolo per dimostrare che l’appartamento è suo. Come capita abitualmente nelle periferie italiane dove vige ormai la legge del Far West, il nostro ha dato, a suo tempo, ad un boss di quartiere, una buona uscita a fondo perduto, per prendere possesso di una casa popolare assegnata, negli anni ’70, a un signore ora deceduto, e ormai diventata vero e proprio “bottino di guerra”. Agostino allora decide di riprendersela. Occupa il pianerottolo insieme a tutta la sua famiglia e da quel momento in poi comincia la sua battaglia personale contro tutto e contro tutti: inizia un viaggio in cui la sua onestà si scontra continuamente contro l’Italia del ventunesimo secolo, un paese in cui la buona fede viene spesso dileggiata se non calpestata e umiliata.
“Agostino – racconta il regista Lorenzo Gioielli – è un antieroe piccolo piccolo, che riesce a resistere alla tentazione di mescolarsi con i “cattivi” uscendone, però, quasi distrutto. Rolando Ravello interpreta tutti i personaggi della commedia, Agostino stesso, nonni, mogli, figli, i loro insegnanti, i loro compagni di scuola, e ancora sacerdoti, temibili delinquenti e i nuovi occupanti della casa, disegnando in un’ora e mezza un affresco comico e struggente della nostra epoca e dell’eterna lotta a cui si è costretti per non soccombere all’arroganza ed alla sopraffazione”.