Giovanni Cutrufelli è stato un fine protagonista delle opere pirandelliane. Scomparso lui da pochi anni è stata la moglie Gigliola Reyna a prendere le redini della “Compagnia Sicilia del Teatro Nazionale” fondata nel 1945. Adesso la Reyna vestendo i duplici panni di regista e interprete della signora Beatrice Fiorica propone alla Sala Laudamo manco a dirlo Il berretto a sonagli di Pirandello nell’edizione in lingua del 1918, non quella in dialetto siciliano dell’anno prima il cui punto di partenza, come gli accadeva spesso, è la novella La verità del 1912. Un piccolo trattato sulla gelosia e sulle corna ruotante attorno allo scrivano Ciampa. Il quale sa d’essere cornificato dalla moglie col suo datore di lavoro, ma sino a quando gli altri non lo sanno lui ha la fronte liscia senza alcuna protuberanza. Perché quando qualcuno ti sbatte in faccia quel che realmente sei, come farà la signora Fiorica moglie del cornificatore, ognuno vorrà difendere il proprio pupo, la propria dignità e l’unica via d’uscita sarà quella di rifugiarsi nella follia. Quello che farà Ciampa, con il beneplacito dei parenti della controparte, ovvero facendo rinchiudere in una clinica psichiatrica per almeno tre mesi quella donna che s’è permessa di dire questa pazzia. Non ci vuole niente per essere considerati dei pazzi, dirà Ciampa vestito in modo manierato da Mario Re, basta solo gridare ad alta voce la verità. Su una scena con pochi arredi e un paio di specchi falso-barocco si muovevano all’inizio i due ballerini Laura Viscuso e Fabrizio Calanna alle prese con un didascalico kriminal tango al ritmo di “amore vuole dire gelosia” e poi Ercole Tringale e Marcella Giannino (fratello e madre della protagonista), Nuccio D’Arrigo (un delegato Spanò che troppo spesso s’ asciugava con un fazzoletto il volto e la fronte senza essere sudato), Rosy Pellegrino (la bella saracena), Lidia Scuderi (la piagnucolosa cameriera Fana). Questo spettacolo fa sorgere un problema, in particolare per il presidente Luciano Ordile, quello che adesso tutte le filodrammatiche messinesi vorranno essere incluse nel prossimo cartellone del Teatro di Messina.