Momento di altissimo impegno civile quello vissuto durante la presentazione alla stampa dello spettacolo di Dario Fo “Lu Santu Jullare Francesco” in scena domenica sera al Teatro Antico di Taormina: riflessioni sullo stato della cultura nel nostro paese, la religione, la politica e i movimenti, in una continua e generosa affabulazione. Accanto al premio Nobel, il sindaco di Messina Renato Accorinti, il primo cittadino di Taormina Eligio Giardina e il direttore artistico del Festival Belliniano Enrico Castiglione, visibilmente emozionati per un’occasione così importante: è infatti la prima volta nella sua lunghissima e prestigiosa carriera che Dario Fo si esibisce al Teatro Antico.
“L’elezione al soglio pontificio di Bergoglio, la scelta del nome Francesco, le sue parole, la sua semplicità, rappresentano una rivoluzione per la storia della Chiesa; ammiro tantissimo questo Papa, interprete perfetto del messaggio evangelico e del vero spirito francescano: apprezzo le sue passeggiate per Roma, la sua indipendenza nei confronti del cerimoniale vaticano: il san Francesco del mio spettacolo è così, un sognatore con idee rivoluzionarie,” ha dichiarato Dario Fo. Grande partecipazione per il sindaco Accorinti, entusiasta per la collaborazione di Fo che con il suo spettacolo darà un importante contributo per la realizzazione di una biblioteca per bambini all’interno del Palacultura: “Sono iniziative di questo genere che ci inorgogliscono e ci fanno capire che stiamo proseguendo nella giusta direzione, nonostante le mille difficoltà che incontriamo quotidianamente”.
Sull’impegno per la biblioteca, Dario Fo aggiunge: “È un’emozione per me esibirmi nella dimensione geometrica assurda del Teatro Antico di Taormina, progettato ai tempi della Magna Grecia. Ed è proprio alla Grecia che penso spesso, e lì trovo tante risposte fondamentali per il nostro presente: penso ai teatri pieni dell’antichità classica, qui e in altri posti del meridione d’Italia, in Grecia, ad Atene, dove si rappresentavano numerosissime commedie e tragedie, e poi penso a Sparta, dove non vi era né cultura né democrazia: di Sparta non è rimasto nulla, se non pochi ruderi. È importante fare politica creando nuovi luoghi in cui si possa respirare cultura, dialogo, e guardare con così grande entusiasmo alle nuove generazioni: mi impegno per essere presente all’inaugurazione di questa nuova biblioteca a cui vorrei donare alcune delle mie opere”.
Domenico Colosi