“Il Teatro è la mia vita, un modo di sperare in un mondo migliore, una grande fortuna di vivere al di là della vita normale e comunicare emozioni con libertà”. E’ Lina Sastri a parlare nel suo camerino del Vittorio Emanuele prima d’indossare per la 166ª volta (tante quanto le repliche sin’ora) gli abiti di Filumena Marturano, forse una delle più commoventi e paradigmatiche commedie di Eduardo De Filippo scritta nel 1946. E’ tirata, magra, sempre sui nervi, non si rilassa mai, neanche quando s’accende una sigaretta e aspira lunghe boccate. Napoletana verace, temperamentosa e talentuosa cantante e attrice sembra più giovane dei suoi 56 anni compiuti il primo gennaio di quest’anno.
Signora Sastri lei ha preso parte a vari lavori di Eduardo. Qual è il suo ricordo più limpido?
“ Di un uomo molto generoso, sensibile. Con un gesto capiva quello che eri. Severo, rigoroso, scrittore, attore, capocomico, grande uomo di teatro. E’ stata una grandissima fortuna per me averlo conosciuto e stargli accanto, anche se nei suoi spettacoli come Il sindaco del Rione Sanità, Mettiti al passo o Gli esami non finiscono mai non parlavo o avevo poche battute. Suo è uno dei più bei complimenti: A Lina Sastri, la bella Lina che diventa ancora più bella quando entra in scena “.
Credo che lei abbia un io diviso tra Musica e Teatro. Quale prevale?
“ Ho scelto io di fare Teatro. Conquistato con fatica e dopo incontri importanti come De Simone, Patroni Griffi, Pugliese e tanti altri, che ti rendono migliore. La Musica invece esiste come talento naturale e cominciò quando mi dissero di cantare Reginella perché la cantava Anna Magnani. Nel tempo poi ho scelto di cantare quello che sentivo di più, interpretando le canzoni da attrice, scegliendo i musicisti, le musiche, i testi, tutto ciò che ruota attorno allo specifico musicale, sino ad arrivare a mettere in scena io stessa spettacoli musicali come Core mio e Corpo celeste su testi di Anna Maria Ortese. E volendo rispondere alla sua domanda la Musica è parallela al Teatro, anche se prevedo che nel futuro che la Musica avrà un posto più importante”.
Per quanto riguarda il Cinema, ci ha rinunziato o è il Cinema ad aver rinunziato a lei?
“ Perché dice cosi? Guardi che ho girato di recente Lascia perdere Johnny di Fabrizio Bentivoglio che certamente ha girato poco e faccio parte del cast di Baaria di Giuseppe Tornatore che non andrà a Cannes ma che uscirà quest’anno. Forse lei allude alle mie partecipazioni televisive che si sono allentate dopo aver vestito i panni della Madonna accanto a Sharif in San Pietro , Nata ieri, Assunta Spina dove facevo Matilde Serao, Crimini. Il covo di Teresa. Ma è così che vanno le cose”.
Ha fatto una preparazione particolare per interpretare questa Filumena Marturano?
“ Filumena è stata per me una sorpresa. Credevo di conoscerla. E’ stata fatta da parecchie attrici ma non ho visto le loro interpretazioni. Io posso dirle d’aver scoperto qualcuno che non conoscevo. E’ una donna carnefice e vittima, di lei ci sono delle cose che non mi appartengono, non credo sia un’eroina: ho cercato di portare me a lei e lei a me. E’ una donna che si è sacrificata, una donna asciutta, difficile, fragile se non nel 3° atto quando vede che Domenico Soriano, l’uomo che ha sposato con l’inganno della finta morte, vuole invalidare il matrimonio. In quei momenti lei diventa una specie di Medea, feroce e malinconica nello stesso tempo, in grado di sacrificare i suoi figli, il marito, tutto e a me piace darle le mie ferite, ciò che mi porto dentro, sacrificare il mio modo naturalistico di recitare”.
Cosa risponde a quella schiera di critici che ha scritto che lei era una Filumena Marturano incomprensibile?
“D’andarsi a ri-leggere il testo. Lei è una donna analfabeta, viene dal popolo, dai “bassi” e si esprime in un napoletano che è più lingua, gli altri protagonisti parlano un napoletano che è italiano. La lingua che parlo io è quella che ha scritto Eduardo. Non siamo qui nel film con la Loren che De Sica ha tratto dalla commedia di Eduardo”.-