Luigi De Filippo al Vittorio Emanuele con-La Fortuna con l’effe maiuscola-

Luigi De Filippo, 80 anni splendidamente portati, grande interprete riconosciuto del teatro napoletano, dal 5 al 9 maggio presenta nel -Vittorio Emanuele- di Messina la divertente commedia -La fortuna con l’effe maiuscola- che nel 1942 fu uno dei più clamorosi successi del Teatro Umoristico dei celebri fratelli De Filippo. Un trionfo personale di Eduardo e Peppino (il padre di Luigi) che ne furono i primi ed irripetibili interpreti. Il testo si deve alla penna e al grande genio di Eduardo De Filippo che l’ha scritta insieme con Armando Curcio (fondatore in seguito della Armando Curcio editore); un capolavoro che ben disegna l’arte di Eduardo, lo spirito tra il commovente e il divertente, l’ironico e il drammatico.

Oggi Luigi De Filippo – attore e regista – è orgoglioso di poter raccontare che questa commedia lui l’ha vista nascere. “Avevo 12 anni – ha raccontato – e c’ero anche al debutto, al teatro Quirino di Roma nel 1942. Portarlo in scena oggi vuol dire rendere omaggio alla mia famiglia, a mio zio Eduardo, a mio padre e a mia zia Titina”.

“La fortuna con l’effe maiuscola”, dopo i successi di -I casi sono due- e -A che servono questi quattrini-, segnò a suo tempo, il punto più alto della collaborazione fra Eduardo e Curcio e, allo stesso tempo, il punto di rottura fra i due artisti. Curcio si trovò infatti implicato in un presunto plagio e Eduardo non volle più saper nulla di lui.

La commedia è una macchina ideata e oliata per far ridere. Ispirandosi alla lezione di un passato glorioso, oggi, con l’interpretazione e la regia di Luigi De Filippo, torna a risplendere di luce nuova. La fortuna con “la effe maiuscola” è quella inattesa che capita al protagonista della commedia, un pover’uomo perseguitato da un destino avverso e beffardo, che vede all’improvviso illuminare la sua vita misera dall’arrivo di un’eredità che gli giunge da parte di un parente emigrato in America.

Eredità che però ha la condizione di spettare per intero al poveretto solo se lui non avrà figli. Se il figlio c’è, tutta la ricca eredità andrà a lui. Invece il pover’uomo, che dell’eredità tutto ignorava, un figlio ce l’ha. Lo ha appena riconosciuto, costretto dalla miseria, in cambio di un modesto compenso che lo avrebbe aiutato a liberarsi dai debiti. E così, da questo impedimento, nascono gli equivoci e le disavventure tragicomiche della commedia, metafora di una società che si trasforma.

Gli altri interpreti (in ordine di apparizione) sono Stefania Ventura, Michele Sibilio, Marisa Carluccio, Feliciana Tufano, Paolo Pietrantonio, Marianna Mercurio, Giorgio Pinto, Luca Negroni, Alberto Pagliarulo e Carlo Caracciolo. Scene di Salvatore Nichelino, costumi di Maria Laura di Monterosi.