Giuseppe Ministeri, storico operatore teatrale, oggi membro del CdA del Vittorio Emanuele, fa il punto della situazione in merito delle iniziative della Regione rivolte al settore teatro.
“Ho apprezzato l’iniziativa a sostegno delle strutture teatrali del Presidente Musumeci, partita un po ‘ in sordina e divenuta poi un imponente programma di investimenti per la riapertura, l’adeguamento delle sale teatrali di cui la nostra Sicilia è ricca e che da decenni ormai stentano, sempre che – come in molti casi – non siano chiuse”.
“Una iniziativa senza precedenti che ha mobilitato le amministrazioni comunali, i tanti soggetti privati gestori ma anche tutto il comparto fatto di compagnie, artisti, soggetti produttivi, creando un rinnovato entusiasmo accompagnato da una voglia fare rete”.
“Ma, come spesso purtroppo avviene, i nodi stanno venendo al pettine e rischiano di far naufragare questa pur ammirevole iniziativa. Innanzitutto i beneficiari del finanziamento hanno potuto amaramente riscontrare una criticità che, se non verrà prontamente risolta, rischia di compromettere l’intera iniziativa: mi riferisco alle modalità di rendicontazione, che non prevedono alcuna forma di anticipazione e richiedono che i beneficiari anticipino le spese con stati di avanzamento di almeno 50.000 euro. E’ chiaro che, in una situazione di crisi come quella attuale, nessun gestore privato, ma probabilmente neanche tanti comuni potranno far partire i lavori“.
“D’altronde non basta sostenere la ristrutturazione dei teatri per rilanciare lo spettacolo e la cultura. In un contesto come quello siciliano, già prima del COVID, i teatri restavano chiusi, non tanto e non solo perché bisognosi di ristrutturazioni e ammodernamento, quanto per l’impossibilità di far fronte ai costi di gestione. Sarebbe paradossale a fine emergenza se avessimo un centinaio di teatri recuperati che però resterebbero chiusi“.
“Per questo, accanto ai pur provvidenziali interventi di sostegno agli organismi produttivi colpiti dalla pandemia, occorrerà pensare presto ad interventi che stimolino e supportino l’attività artistica, e non solo che indennizzino per quanto non si è potuto fare. In questo senso penso si possa agire sui contributi alla attività di circuitazione, magari però ribaltando il meccanismo e concedendo contributi ai gestori delle sale per l’acquisto di spettacoli di compagnie e artisti siciliani, così da stimolare una presenza ed una attività sul territorio”.