“L’uomo è un mistero. Un mistero che bisogna risolvere e se trascorrerai tutta la vita cercando di risolverlo, non dire che hai perso tempo; io studio questo mistero perché voglio essere un uomo”
Da “LE NOTTI BIANCHE” di Fëdor Michajlovic Dostoevskij
Produzione TEATRO DI MORMAN MESSINA
Riduzione e adattamento drammaturgico e regia di Donatella Venuti
con Simonetta Pisano: Nasten’ka –
Alessio Pettinato: Ragazzo –
Livio Bisignano: Narratore, Lui –
Roberta Ricci: Anima, Felka –
Donatella Venuti: Nonna –
Ho immaginato la riduzione dal bellissimo romanzo di Dostoevskij, pensando soprattutto a quello che in drammaturgia è il momento della crisi per l’impatto giovanile con l’esperienza fagocitante della vita, sentita come perdita del sogno, del paradiso terrestre. Metafora della crescita e morte di un sogno che è quello di vivere secondo i propri ideali, le proprie fantasie in sintonia con la natura stessa dell’indole umana.
Perciò mi è sembrato opportuno dare molto valore al personaggio del sognatore che impregna di se un po’ tutta la piece esaltando la dimensione onirica con un parallelismo, quasi da automatismo psichico surrealista, con il “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare dando corpo e voce ad una danzatrice/Attrice, Alter Ego della protagonista e Anima lirica di tutta la narrazione. Essa è un corpo che danza, ignara del linguaggio verbale, ma alla fine cioè all’alba, acquisisce balbettando la parola degli umani. Simbolo del Tempo, ne scandisce i momenti durante le quattro notti in cui gli amanti si incontrano, dando vita ai loro desideri, prima che l’incantesimo dell’alba faccia irruzione con tutta la forza della dura realtà. Ma prima che la luce sveli il vero volto delle cose, l’Anima ha incontrato la sua gemella, i simili si sono riconosciuti, l’Amore ha fatto da sovrano. Il testo drammaturgico è costruito con il sistema dei Doppi: ciascun personaggio ha un suo Doppio che vive la dimensione onirica ed entra in crisi nell’affrontare la truce e meschina realtà della vita. Sono personaggi bellissimi, idealisti che credono nel potere creativo e illuminante dell’amore e che non riescono a fare a meno del sogno per nutrire i propri voli pindarici; la vita vera per loro è un campo di battaglia, una guerra di dolore, di umiliazioni, di verità negate, di sogni assaporati e poi interrotti all’alba di un giorno cupo e squallido. Il sottotitolo “dreamers” nasce dalla voglia di dare un nome all’inadeguatezza pratica dei protagonisti.
L’alba, dunque, se per il ragazzo sarà la fine di tutto, per la ragazza sarà l’approdo alla dimensione degli adulti.
Anche la Musica è importante, è una colonna sonora costante che entra nelle situazioni e ne trattiene il mistero. Perciò l’elemento giovanile ha condotto su una scelta tra le canzoni dei Beatles, Lennon, ma anche Satie, Debussy, Jacques Brel, Boris Bassiak, K. Richard e Norah Jones e Nyman.
La storia: Un ragazzo e una ragazza si incontrano di notte in una ipotetica località che potrebbe essere Pietroburgo così come potrebbe essere una delle nostre strade notturne desolate e a rischio di brutti incontri. Nasce subito tra i due un particolare ed istintivo rapporto di solidarietà ed amicizia che unisce le loro anime, svela i loro sogni segreti, le aspirazioni, i desideri ed il bisogno di condividere assieme un percorso di vita. Il destino ne unisce le sorti per quattro splendide notti al chiaro di luna tra sogni di personaggi fiabeschi, musiche danze, scherzi, giochi a rincorrersi, riflessioni profonde, lacrime e risate come nella vita vera. La ragazza si chiama Nasten’ka, il ragazzo non ha nome né lei sente mai il bisogno di chiamarlo, ma è un personaggio di grande bellezza per la sua generosità e la capacità di compenetrarsi nel dolore di lei, di rincuorarla, sostenerla come una specie di angelo custode. Malgrado la promessa di non innamorarsi di lei, nasce tra loro un sentimento profondo, sincero, disinteressato soprattutto da parte del ragazzo che è vissuto prima sempre da solo, tra i suoi sogni senza avere mai rapporti con gli esseri umani e a cui non sembra vero incontrare finalmente una persona affine. Continueranno a vedersi e a condividere i sogni della notte che svaniscono all’alba, ignari di ciò che la sorte riserva loro.
Quanta bellezza c’è negli occhi di una persona innamorata e quanto dolore in chi rinuncia all’amore per amore.
Abbiamo voluto con questa versione, trasformare il testo in favola magica, ricca di riferimenti e significati surreali.
Donatella Venuti