L’ironico viaggio nella sensibilità femminile di primo Novecento che fa da struttura portante all’intenso spettacolo “Ritratti di signore” di Antonio Lo Presti inaugura con grazia la nuova stagione teatrale della Sala Laudamo in un contesto pronto a valorizzare le più interessanti proposte culturali cittadine senza incorrere nelle secche del provincialismo. Tratti dagli scritti di Aldo Nicolaj, gli irriverenti monologhi portati in scena da Lo Presti costituiscono un pretesto per analizzare una società in rapida trasformazione, stanca dei consueti riferimenti ai valori tradizionali e pronta a navigare a vista verso nuovi orizzonti nella moda, nel costume e nei rapporti tra i sessi.
Elegante la recitazione di Lo Presti, abile nell’attraversare il guado indossando solamente un semplice accessorio: i suoi personaggi, impostati inizialmente su movenze bozzettistiche e caricaturali, divengono con il passare dei minuti ritratti sinceri di un’umanità in travaglio, incapace di comprendere le crudeltà commesse nonostante la puntualità delle confessioni. Non vi è espiazione, ma sarcasmo e fuga dalla realtà nei tre ritratti femminili proposti: la moglie trascurata, la madre opprimente, l’anziana prostituta attraversano la scena inconsapevoli del dolore che hanno arrecato, pronte a rituffarsi nella quotidianità senza aver maturato alcuna esperienza autenticamente significativa. Chiaro l’intento ironico, paragonabile a quello che rese caratteristica l’opera di Franca Valeri o Paolo Poli: riferire di un dramma vissuto con il candore dei “migliori propositi”, della svista, di una certa tipologia di incoscienza che rende immuni ed estranei all’accaduto. A sorpresa, un personaggio maschile spaesato e irresponsabile conclude lo spettacolo con una surreale progressione di avventate strategie approntate al solo scopo di trovare un sollievo all’inutilità del proprio destino.
Ad accompagnare Lo Presti sul palco il pianoforte di Melo Mafali, in un continuo gioco di sponda tra recitazione e sonorità jazz, e la splendida voce di Eliana Risicato, impegnata ad illustrare i contorni delle vicende narrate con alcuni brani caratteristici dell’epoca, da “Giacinto” a “La carioca” di Rodolfo De Angelis. La seconda ed ultima replica dello spettacolo questa sera alle ore 21.
Domenico Colosi