“Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena” 2014-2015 porta in scena, domenica 1 febbraio, in doppia replica alle ore 18 e ore 21, al Teatro Annibale Maria di Francia, uno spettacolo che è tre volte debutto. “Controluce. I suoni dell’ombra” per la regia di Sasà Neri, regista, attore e formatore messinese, è il primo spettacolo della nuova stagione del “Teatro degli Esoscheletri”, un primo spettacolo che è anche una “stazione” fondamentale del percorso di integrazione e contaminazione tra le arti che caratterizza EsosTheatre. Allo stesso tempo si presenta il nuovo concept album di Vincenzo Quadarella, musicista, compositore e cantante siracusano, nonché una delle due anime, con Auretta Sterrantino, di QAProduzioni. Gli artisti del Teatro degli Esoscheletri, tra i quali Alessandra Borgosano, Margherita Frisone e Gianluca Minissale, andranno in scena con “La Casa delle candele di carta”, la band formata da Umberto Ferro alla chitarra, Daniele Testa al violino, Fabrizio Arestia al pianoforte e Vincenzo Quadarella, chitarra e voce. Infine, per “Controluce” sarà presentata per la prima volta la mostra collettiva ispirata e dedicata ai temi dello spettacolo, con opere degli artisti Solveig Cogliani (all’esordio espositivo nella sua città d’origine), Nino Bruneo e Annibale Vanetti e dei più giovani Tati, Helo S., Valeria Mendolia e Felice De Pasquale. Le opere saranno pubblicate nel libretto dell’album. Arti in dialogo live tra palcoscenico e platea, insomma, in quella che la direttrice artistica della rassegna, Auretta Sterrantino, definisce “la tappa degli ossimori e delle sinestesie, imperniata sul mito e sul suo ribaltamento. Uno spettacolo inatteso che diventa un’esperienza sensoriale. Una performance che prevede un coinvolgimento unico e conduce alla riflessione per vie inusuali, tra suggestioni ed emozioni”.
“Il sound di Vincenzo ci interroga sulle prossime tappe del viaggio artistico di EsosTheatre”, commenta Sasà Neri, “e i testi vibrano letteralmente all’unisono con i temi che ci siamo dati per questa stagione. D’altronde, per tutto lo scorso anno EsosTheatre si è dedicato ad indagare il senso del ritmo. Anzi, è andato in scena nelle ultime due stagioni con una ‘colonna sonora’ particolarissima, composta da armonie ritmiche e musiche eseguite dal vivo, rumori che diventano sound mentre le canzoni diventano drammaturgia, canti a cappella e ruvidezza di chitarre. L’incrocio con l’autorialità di canzoni e musiche nuove, da esplorare come un continente sconosciuto, era nell’ordine delle cose. La risonanza tra il nostro percorso e il concept album di Vincenzo, devo dire, però, ha sorpreso e illuminato anche me. E’ stato davvero una sorta di ‘segnale’ per tutti noi del Teatro degli Esoscheletri”.