di Carmelo Caspanello
S. TERESA – Si alza il sipario sulla stagione 2023-2024 al Teatro Val d’Agrò, con un rito che si ripete ormai da anni: la presentazione degli spettacoli. Non una semplice conferenza stampa. Bensì un appuntamento che coinvolge attori e spettatori, che non rappresentano un pubblico passivo. Sono anche critici quando il caso lo richiede. Il teatro era gremito. Sono giunti anche da altre province. A fare gli onori di casa, la direttrice artistica Cettina Sciacca. Anima del Val d’Agrò, struttura unica nel suo genere nel versante jonico messinese, “I Sikilia”, la compagnia teatrale, laboratorio e creatura di Cettina Sciacca. Quattordici spettacoli caratterizzeranno le due nuove. Dieci di questi faranno parte della rassegna “Si alzi il sipario”; altri 4 – tutti adattamenti di fiabe – costituiranno invece la rassegna “Famiglie a Teatro”. Il via domenica 22 ottobre con “Oceano mare” di Alessandro Baricco.
L’ultimo spettacolo il 26 maggio: “Centomila, uno, nessuno” la curiosa storia di Luigi Pirandello (al contrario), di Giuseppe Argirò. In mezzo altri sette appuntamenti: il 19 novembre (Il rasio di Occam di Giusi Arimatea), il 3 dicembre (Ancora un attimo di Massimiliano Bruno), il 14 gennaio (Sopra un palazzo, di Sergio Vespertino), il 28 gennaio (Taddarite di Luana Rondinelli), il 18 febbraio (Mandragola, di Niccolò Machiavelli). Ed ancora il 17 marzo (La locandiera di Andrea Saitta), il 21 aprile (I mezzalira di AgneseFallongo) e il 5 maggio (Il circo capolavoro di Andrea Lupo).
“Si tratta di una selezione di spettacoli fatta con cura – anticipa la direttrice artistica Cettina Sciacca – a cui pensiamo non si possa rinunciare; la qualità e il valore delle proposte sono il presupposto necessario per essere riconosciuti e seguiti, ne è prova il costante aumento di un pubblico affezionato che vive il Nuovo Teatro Val D’Agrò come un luogo di appartenenza, di incontri, di scambi culturali. Un teatro vivo, vitale, accogliente, aperto sempre alle novità e a nuovi stimoli. Nel teatro c’è sempre aria di crisi, ma la nostra fiducia e ostinazione superano il concetto di crisi per portare avanti la visione di un teatro d’arte, di eccellenza”.