Un ospite indesiderato ed inaspettato bussa alla porta della casa di una famiglia borghese. Il suo arrivo sconvolge completamente il nucleo familiare. Traendo spunto da “Teorema”, romanzo di Pier Paolo Pasolini, di cui quest’anno si commemora il 40° anno della morte, il progetto teatrale ad esso ispirato, guidato da Angelo Campolo, metterà in scena, presso la Sala Laudamo, a partire da venerdì 6 novembre il primo spettacolo di una trilogia, “Vento da Sud-Est”, prodotto da DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia di Giuseppe Ministeri, in collaborazione con il Teatro Vittorio Emanuele.
“Vento da Sud-Est”, inserito nel più ampio progetto “Laudamo in Città” 2015/16, con la regia dello stesso Campolo e la collaborazione drammaturgica di Simone Corso, trasforma l’aitante e affascinante ospite pasoliniano in uno straniero, venuto spinto da un vento che proviene da sud est, fuggito dalla guerra, che ha attraversato il mare aperto rischiando la vita. Sull’uscio della casa della tranquilla e sicura famiglia borghese chiede di essere accolto. Così il romanzo di Pasolini diventa occasione per raccontare e discutere di un tema centrale: l’immigrazione.
Con il cast formato da sei giovani under 30 (Patrizia Ajello, Luca D’Arrigo, Giuliano Romeo, Claudia Laganà, Antonio Vitarelli, Michele Falica), selezionati a settembre sulla scorta di un bando a cui hanno partecipato più di cinquanta ragazzi, anche un gruppo di giovani migranti calcherà la scena. Questi ultimi sono ospitati dal centro “Ahmed” e coordinati da Clelia Marano e Alessandro Russo, e la loro partecipazione rientra in più ampio progetto di integrazione, promosso da DAF – Associazione Culturale, che si pone l’intento d valorizzare inclinazioni, attitudini e talenti per favorire l’inserimento nel tessuto sociale messinese. Nella poesia Profezia, Pasolini scrive che soffia “un vento che cambia corso, nel cielo. Soffia ora forse dall’Africa”: da queste frasi i migranti si rivolgono direttamente all’intellettuale friulano, interrogandosi sulla loro esistenza e condizione, interrogando gli altri e se stessi su cosa significhi essere diversi e stranieri in questo mondo.
“Abbiamo il privilegio di vivere un’esperienza unica, forse irripetibile”, spiega Angelo Campolo, “nel compiere questo viaggio difficile attraverso un autore importante qual è Pasolini, abbiamo capito che questa poteva essere l’occasione di confrontarci con gli ospiti che ci stanno attraversando: loro vengono dall’Africa e da tutto il mondo e arrivano qui con un bagaglio incredibile di dolore e speranza. La sfida che ci siamo proposti di portare avanti è un viaggio “aperto” ad ogni