Questa sera sul palco il sipario si alzerà per la prima di “Sogno di una notte di mezza estate” che aprirà la stagione di prosa 2012/2013 del Vittorio Emanuele. Salendo le scale, al quinto piano, continuerà invece l’occupazione dei lavoratori del Teatro che ieri hanno dato il via ad una nuova protesta dopo il nulla di fatto seguito alle rassicurazioni che erano arrivate dal Presidente della Regione Crocetta. Oggi sono tornati a parlare i lavoratori insieme ai sindacalisti di SLC-CGIL, UILCOM-UIL, FIALS-CISAL e S.A.Di.R.S. Attaccano ancora la gestione, gli sprechi per le consulenze, il disinteresse politico, l’incapacità di battere i pugni sui tavoli palermitani. Toni duri contro il Presidente del Vittorio Luciano Ordile che continua a rifiutare un colloquio con gli occupanti, toni più morbidi invece per il sovrintendente Paolo Magaudda che si è fermato ad ascoltare le ragioni di chi ha scelto questa forma estrema di protesta per dire basta una volta per tutte. Venerdì il Consiglio d’Amministrazione riceverà i lavoratori, ma loro andranno avanti a oltranza perché sono stanchi di sentire parole vuote da un’amministrazione nella quale non riconoscono e che continuano ad attaccare per lo stato in cui ha ridotto il Vittorio Emanuele.
Durante la lunga conferenza stampa di questa mattina i rappresentanti sindacali hanno passato in rassegna il lungo elenco dei problemi irrisolti del Vittorio Emanuele. Problemi che purtroppo sono sempre gli stessi. Si va dal ritardo nel pagamento degli stipendi del personale che devono ancora ricevere la mensilità di dicembre e la tredicesima, mentre gli orchestrali hanno dovuto ricorrere ai decreti ingiuntivi per ottenere i loro compensi. Non sono stati ancora effettuati i pagamenti del personale artistico e delle compagnie di prosa che si sono esibiti nella stagione 2011/2012, stessa sorte per i fornitori. Poi c’è la programmazione della nuova stagione che prevede per orchestrali e maestranze circa 40 giorni di lavoro, un numero che sfiora il ridicolo e che mortifica la professionalità di chi lavora in questo questo, secondo i sindacati. Poi c’è la famosa pianta organica di cui il teatro non si è ancora dotato, inficiando, in prospettiva, un adeguato sviluppo dell’E.A.R. e dei suoi dipendenti. Oggi lavoratori e sindacati hanno ribadito che manca totalmente la progettualità, che si dovrebbe puntare a creare una rete di teatri con Messina capofila, anche se in questo momento non si potrebbe neanche pensare di poter far parte di un’organizzazione simile visto lo stato in cui si trova il Vittorio.
Lavoratori e sindacati vogliono che il Presidente Crocetta prenda in mano la questione che riguarda il teatro messinese e che dia quelle risposte che fino ad oggi la politica non ha voluto dare. Loro intanto dimostreranno attraverso questa protesta e una serie di iniziative che basterebbe la forza di volontà per ricominciare. Stanno già organizzando un concerto autogestito in occasione del bicentenario di Giuseppe Verdi, suoneranno domani davanti lo stabilimento Triscele per solidarietà ai lavoratori. Oggi c’era anche il segretario cittadino del Pd Giuseppe Grioli che ha garantito di farsi portavoce all’interno del suo partito affinchè arrivi qualche segnale concreto.
E proprio da uno dei deputati alla Regione del Pd si registra un primo intervento. Filippo Panarello definisce insostenibile la situazione del Vittorio Emanuele tanto da meritare un intervento immediato da parte dell’amministrazione regionale. "Ho sollecitato il dirigente generale dell’assessorato al Turismo, Alessandro Rais, che mi ha assicurato il suo interessamento: ho chiesto che si convochino al più presto i rappresentanti dei lavoratori e il Cda, per individuare una soluzione che vada incontro alle legittime aspettative dei dipendenti e restituisca la necessaria serenità all’ambiente. Messina –conclude il deputato- è una città per molti versi disastrata, non può essere privata dell’operatività della sua più importante istituzione culturale”.
Fa sentire la sua voce anche il deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, il messinese Nino Germanà.
"Il Teatro Vittorio Emanuele – scrive in una nota – è da anni al centro di bufere e si sta trasformando nel teatro delle assurdità gestionali e dell’incapacità amministrativa, ed a farne le spese sono sempre stati i dipendenti dell’Ente teatro di Messina che non vedendo riconosciuto il loro diritto a percepire lo stipendio, pagano lo scotto non solo dell’incompetenza delle varie direzioni che si sono succedute nel tempo, ma anche della disparità di trattamento che il Governo Lombardo ha riservato ai teatri di Messina rispetto a quelli di Catania e Palermo che sono stati invece finanziati e sostenuti in maniera massiccia».
Il deputato pdiellino si scaglia poi contro il Presidente Crocetta, che “ aveva dato rassicurazioni circa la tempestiva risoluzione delle controversie» sottolineando che “ad oggi i lavoratori si trovano ancora nel limbo ed assistono ad un continuo rimbalzo di responsabilità e mentre i mesi passano, ci si interroga sul futuro del Teatro Vittorio Emanuele fiore all’occhiello e tempio della cultura messinese sacrificato sull’altare dell’immobilismo, della disorganizzazione e del taglio indiscriminato e arbitrario dei fondi".
(Francesca Stornante)