100 ma non di giorni come questi. Non è dolce la torta che le quattro sigle sindacali SLC-CGIL, UILCOM-UIL, FIALS-CISAL, S.A.Di.R.S, insieme ai dipendenti e agli orchestrali hanno portato oggi in dono al presidente del Teatro Vittorio Emanuele Maurizio Puglisi, per i suoi primi 100 giorni.
Non è dolce la torta, ma del resto i 100 giorni appena trascorsi sono stati amari per lavoratori e maestranze dell’Ente che dal nuovo corso si aspettavano ben altro.
Invece oggi dagli interventi dei sindacalisti e dei presenti è partito un solo coro che, parafrasando Nanni Moretti si potrebbe così sintetizzare: “presidente faccia qualcosa di Teatro”.
Per l’incontro tra i sindacalisti Giuseppe Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla e Osvaldo Smiroldo, i lavoratori ed il presidente rimandiamo al video pubblicato questa mattina su Tempostretto.
L’esito dell’incontro invece si può riassumere nel comunicato stampa diramato in serata dalle 4 sigle SLC-CGIL, UILCOM-UIL, FIALS-CISAL, S.A.Di.R.S : “Abbiamo preso atto dell’inadeguatezza delle azioni messe in campo dal Presidente in questi mesi, spesi solo a cercare di mascherare, non riuscendoci, la scellerata gestione dei suoi predecessori; ad oggi, non è stato neanche predisposto il bilancio consuntivo del 2012. Nessun atto compiuto è stato posto in essere per riconquistare la fiducia e l’attenzione degli abbonati della musica, raggirati nell’avere acquistato un abbonamento che si è rivelato una vera e propria truffa ai loro danni. Non è stato stilato alcun cartellone per la musica ed ancor meno per la prosa. I direttori artistici solo adesso, forse, saranno selezionati, ma a titolo gratuito, come se la professionalità possa passare attraverso la concessione del merito e della competenza. Non possono bastare neppure “le letterine”, inviate dal Presidente alla Regione ed al Sindaco per chiedere oggi ciò che non si è riuscito ad ottenere in questi mesi; se a questo si aggiunge, per come Egli ha riferito durante l’incontro odierno che nessuno si degna di dare riscontro alle sue missive, allora è il caso che metta in atto uno scatto di orgoglio e si dimetta. Le Sue dimissioni, sono oggi l’unica possibilità per accendere nuovamente l’attenzione sulla disastrosa situazione in cui versa il prestigioso Teatro messinese, relegato ormai a semplice contenitore di rappresentazioni adatte più a “fiere paesane” che a dispensatore di cultura quale dovrebbe essere. Certo le responsabilità vanno ricercate anche altrove, ma non può essere valida la giustificazione che fornisce il Presidente, dell’inerzia dovuta alla mancanza del CDA dal 26 novembre. Infatti, nessun atto e nessun progetto è stato predisposto e messo in campo, per far ripartire il Teatro quando si poteva fare.
Le OO.SS. non mancano di contestare ancora una volta, il totale disinteresse dei politici messinesi, che non hanno fatto e continuano a non fare nulla, ormai da anni, per far riemergere Messina ed il suo Teatro dal ruolo di Cenerentola Regionale, nel quadro anche culturale a cui ormai è relegata”.
Un comunicato durissimo, chiaro, quello di Giuseppe Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla e Osvaldo Smiroldo, giunto a conclusione dell’ennesimo incontro con il Presidente per cercare di dare la svolta ad una situazione agonizzante e stagnante.
“Quello che ci preoccupa- avevano detto in mattinata i sindacati- sono altri 100 giorni come questi in cui non abbiamo visto nulla, né il progetto annunciato, è il cartellone, né il Cda, né l’impegno promesso dal presidente, né alcun cambiamento rispetto al passato”.
Antonio e Giuseppe Di Guardo hanno ricordato al presidente come Accorinti, il 14 agosto lo avesse scelto “per il progetto innovativo che punta a portare finanziamenti dal ministero, nuove idee”. Sempre in quei giorni Accorinti annunciava la nomina in tempi brevissimi di un Cda senza le vecchie logiche dei partiti.
Cento giorni dopo non c’è traccia né del progetto né del Cda. E dal 26 novembre non c’è traccia neanche del commissario del Cda,dal momento che l’assessore Stancheris, nonostante le promesse, non ha prorogato l’incarico a Rosario Cultrone. La conseguenza è che quindi, se anche volesse, il presidente non può prendere alcuna decisione perché non esiste il Cda, né nominato né commissariato. E val la pena di aggiungere che non ci sono né i soldi (tranne e briciole rimaste dopo le spese degli anni scorsi, 270 mila euro), né i bilanci approvati, né i direttori artistici.
Un compleanno per il presidente festeggiato nel peggiore dei modi, con un’apertura di credito da parte di dipendenti e sindacati che si è ormai chiusa.
Puglisi ha spiegato di essere impossibilitato, dal 26 novembre, ad operare perché senza Cda. “Ho sollecitato il sindaco, ma il problema è la Regione che o non capisce o fa finta di non capire e la disponibilità annunciata finora non si è concretizzata”.
La Regione capisce benissimo e proprio per questo preferisce “congelare” il Vittorio aspettando che muoia di lenta agonia mentre nessuno, politici compresi, ha mai mosso un dito. Quanto ai finanziamenti del Fus “L’Ente- ha risposto Puglisi- ha un abito stretto, nel senso che non è né solo uno teatro per la lirica né solo per la prosa. Così non possiamo accedere ai fondi. I politici devono battersi per questo Teatro”.
E mentre il Teatro risparmia sulle attività e invece degli spettacoli va in scena la Rassegna degli sposi il 28 e 29 dicembre, val la pena ricordare quando, in occasione del tragico anniversario del sisma del 28 dicembre 1908 il Vittorio ospitava ben altre celebrazioni e iniziative.
Ma a sparare a zero è anche il comitato cittadino Non abbassiamo il sipario: “alla luce della notizia dell’evento “La Casa degli Sposi” che sarà ospitato al Teatro il 28 e 29 dicembre non può esimersi dal denunciare l'inadeguatezza e leggerezza nelle scelte di gestione dell'attuale presidenza. Riteniamo che nel massimo teatro di Messina, organizzare una rassegna espositiva commerciale (della quale comunque non si discute la rispettabilità e legittimità in sé ) sia svilente, lesivo del decoro, offensivo per le attività consone di un teatro come l'arte, lo spettacolo e la musica per le quali lo stesso è vocato. Non ci sembra che sinora l’attuale presidente si sia prodigato per scongiurare il ridimensionamento o lo svuotamento del teatro, non lo abbiamo visto prodigarsi né farsi promotore di iniziative musicali e teatrali o, se così è stato, siamo stati molto distratti e come noi, abbiamo la presunzione di affermare, tutta la città. Lanciamo un appello ai cittadini perché si ribellino, alle istituzioni perchè ricollochino nell'alveo delle attività istituzionali degne di un teatro dal passato illustre tutte le iniziative svolte e sappiano delegare la gestione di un Ente pubblico di tale rilievo a chi dimostri di possedere valore professionale, capacità imprenditoriali, competenze manageriali e sensibilità artistiche. Quando abbiamo detto che volevamo sposare il teatro non intendevamo certo questo. Evidentemente il presidente Puglisi ci ha preso alla lettera!”.
Rosaria Brancato