Un teatro pubblico che produce un testo contemporaneo è un'autentica rarità. Lo fa adesso il Teatro di Messina con "L'ufficio", firmato da Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre (gli autori del successo televisivo "Boris", per intenderci), con la regia di Ninni Bruschetta (che in quella stessa sit com è tra gli attori), in scena al Vittorio Emanuele dall'11 al 15 aprile. Il cast è tutto messinese: Maurizio Marchetti, Antonio Alveario, Giampiero Cicciò, Adele Tirante, Lucio Patané (l'unico "solo" siciliano), Maurizio Puglisi e Livio Bisignano. Scene di Mariella Bellantone, costumi di Cinzia Preitano, musiche di Toni Canto; l'aiuto alla regia è di Laura Giacobbe. In questi giorni sono tutti impegnati nelle prove, attualmente al sesto piano e fra poco sul palcoscenico.
Qual è questo "ufficio" del titolo? È quello di Dio (un Dio cui non mancano i problemi) con tanto di ministri e compiti equamente distribuiti: c'è Piotr, addetto alla Politica; Zita all'Economia; Vassilij alle Passioni; Marcus responsabile dell'Ecologia e infine c'è Anna, sensibile e attenta segretaria. Insieme lavorano per il Mondo, a sostegno dell'operato di Dio nell'orientare, aggiustare ma mai modificare il corso delle cose e condividono un ufficio, adeguatamente arredato con una lunga scrivania, delle sedie, una libreria piena di schedari e raccoglitori per le varie pratiche. È un Dio che vede e partecipa, che ama il calcio, soffre, si emoziona, si altera, si dispiace nel vedere l'uomo – che lui ha creato con tanto Amore – scegliere il Male e non il Bene. Anche i suoi collaboratori hanno perso l'entusiasmo e la vitalità che li aveva animati durante eventi storici come la Rivoluzione francese. Sulla terra ormai l'Economia e la Politica si sono perse lungo la strada del profitto personale, la Passione ha invaso tutto ma in senso consumistico di piaceri effimeri e immediati, per non parlare dell'Ecologia che soffre per la disattenzione degli uomini. Dio allora, si prepara per la fine del mondo, ma è costretto a desistere per l'insistente richiamo dei suoi ministri che, ribellandosi a lui, ottengono i pieni poteri per un anno intero. Un testo impegnato ma anche molto divertente.
Spiega Bruschetta: «Ho scelto questo testo perché mi sembra che sia l’ideale prosecuzione del percorso drammaturgico intrapreso con “Lavori in corso” di Claudio Fava. Lì ho cercato di mettere in scena un testo di “teatro civile” ispirandomi alla commedia classica. “L’ufficio”, invece, è un commedia, comica e modernissima, ma è anche, a tutti gli effetti, un testo politico». Anche in "Lavori in corso" insieme con Bruschetta erano impegnati Maurizio Marchetti e Antonio Alveario.
Da parte sua Marchetti, che è anche direttore artistico per la prosa del Teatro di Messina e qui interpreta il ruolo di Dio, aggiunge: «Da attore sono molto felice di rinnovare con Ninni Bruschetta un sodalizio artistico che, dopo il successo di “Lavori in corso” di Claudio Fava, speriamo continui a dare i suoi frutti anche nel caso di questa divertente, originalissima ed intelligente commedia; come direttore artistico del Teatro di Messina sono fiero di essere nuovamente riuscito a costruire un gruppo artistico-tecnico interamente messinese, ad eccezione dell’ottimo Lucio Patanè, che porti in scena un testo contemporaneo di autore italiano, purtroppo quasi un eccezione da parte di un teatro pubblico nazionale. Inoltre faccio osservare la contemporanea presenza nei cartelloni di tutta Italia di due spettacoli da noi prodotti con ben 13 attori della nostra città, "Trovarsi" e, appunto, "L’ufficio"».