L’Azienda Ospedaliera del Policlinico Universitario raccoglie la sfida del futuro e si dota di strutture diagnostiche avanzate, al servizio di salute e ricerca, per la diagnosi e la cura delle neoplasie.
Un cantiere di opportunità, così è stato definito il progetto finanziato dal Miur nel corso della conferenza alla quale hanno preso parte il Rettore Francesco Tomasello, il Commissario straordinario del Policlinico, Giuseppe Pecoraro, il direttore dell’unità di Oncologia Medica, Giuseppe Altavilla, il direttore dell’unità di Medicina Nucleare, Sergio Baldari e l’ingegnere Francesco Oteri responsabile dei lavori cantieristici.
L’avanzato polo diagnostico, per la cura dei tumori, entrerà a regime nei prossimi mesi e sarà destinato ad arricchire le prestazioni assistenziali del Policlinico universitario. Si tratta di apparecchiature per la stimolazione magnetica transcranica, strumentazioni di biologia molecolare, Pet e Ciclotrone. Dotazioni uniche in Italia, attraverso le quali Università degli studi di Messina e Policlinico Universitario si candidano diventare polo di riferimento per la diagnosi e la cura dei tumori.
Strumentazioni che troveranno spazio e collocazione all’interno del piano interrato del padiglione E, dove attualmente sono in atto le opere impiantistiche propedeutiche all’ installazione delle strumentazioni. Una dotazione diagnostica strenuamente sostenuta dal Rettore Francesco Tomasello: “Siamo di fronte ad una realtà ampiamente innovativa – esordisce il neurochirurgo – attraverso la quale si potrà consentire al Policlinico universitario di compiere un ulteriore passo in avanti sul fronte della ricerca e delle opportunità diagnostico terapeutiche. Si apre per la comunità intera una piatta forma scientifica dalla quale sarà possibile attrarre ulteriori risorse di ricerca (Orizzonte 2020), favorendo rapporti tanto con prestigiosi centri di ricerca nazionali ed internazionali quanto con aziende sanitarie provinciali, regionali e nazionali. Un cantiere di tecnologie avanzate e personale altamente specializzato al servizio di salute e ricerca sanitaria ed industriale; sinergia- spiega Tomasello – resa possibile grazie ad un intensa cooperazione tra sanità, università ed azienda. Una dotazione diagnostica ad oggi presente – rivendica poi il Rettore – solo a Berlino e Francoforte e che in Italia vede la città di Messina unica realtà ad essersi dotata di questa importante strumentazione. Un progetto posto in essere dalla Fondazione universitaria in collaborazione con l’azienda Policlinico; testimonianza tangibile di un semplice assunto: la collaborazione tra Università ed Policlinico può e deve essere totale.”
In conclusione Tomasello torna sul ruolo della Fondazione universitaria ed immancabilmente arriva l’affondo: “Esiste un’anima minoritaria che continua a non condividere nascita e finalità della Fondazione, un’anima che personalmente qualifico come specialista del non far fare e per questo inevitabilmente destinata ad arrestarsi di fronte a desideri ed aspirazioni dei nostri giovani che, al contrario, desiderano ed auspicano opportunità di collocazione e crescita. Io non ho in alcun modo preso parte alla stesura dello Statuto fondativo – puntualizza Tomasello- ma ai miei occhi appare davvero incomprensibile come coloro che invece hanno preso parte attiva alla sua redazione, oggi ne sconfessino nascita e prerogative”.
Tomasello volge poi lo sguardo alla competizione elettorale che designerà il suo successore alla guida dell’Ateneo ed ammonisce: “Voglio sia chiara una cosa: non consentirò a nessuno di trasformare la Fondazione in trastullo al quale aggrapparsi durante questa campagna elettorale”.
L’intervento del commissario straordinario del Policlinico, Giuseppe Pecoraro, evidenzia invece il percorso collaborativo instauratosi tra Policlinico ed Università: “In questi anni ci siamo impegnati a dare ampio spazio al rinnovamento strutturale della ricerca – spiega – certi che la presenza di dotazioni adeguate fosse premessa irrinunciabile sulla quale costruire qualità e sicurezza. Le strumentazioni presentate oggi si innestano in un contesto che vede la medicina nucleare protagonista di un profondo e sostanziale rinnovamento, legato alla presenza di nuovi macchinari di ingegneria clinica nei quali risiede la possibilità di raggiungere, sopratutto in ambito oncologico, a diagnosi tempestive e trattamenti più efficaci. Una cooperazione basata su programmazione, progettazione e convivenza tra ricerca, didattica ed attività assistenziale alla quale ha aderito anche l’azienda Papardo-Piemonte. Occorre adesso ridisegnare l’offerta sanitaria diversificando e razionalizzando il sistema complessivo dell’offerta”.
A Giuseppe Altavilla, direttore di Oncologia Medica, il compito di illustrare i vantaggi dei nuovi strumenti diagnostici: “Nella diagnosi e nella cura dei tumori, il cantiere presenta modalità innovative sin dall’accoglienza dei pazienti di oncologia”.
Altavilla poi cita le ultime statistiche relative all’incidenza dei tumori e spiega: “Dati recenti ci confermano un aumento dell’incidenza dei tumori tra la popolazione ed allo stesso tempo registrano una diminuzione del tasso di mortalità. Un dato importante che spiega la necessità di adottare nuove ed avanzate tecnologie al fine di favorire diagnosi precoce e sperimentazione di nuove farmacologie, attraverso un approccio multidisciplinare alla neuroncologia ed alla cura dei tumori del polmone e della mammella”.
Superare la vecchia chemioterapia e ridurre verticalmente la tossicità dei farmaci utilizzati sui pazienti: questo l’obiettivo prioritario, capace di compendiare e salvaguardare salute e ricerca.
Emma De Maria