L’assessore comunale all’e government, Carmelo Santalco è indagato nell’inchiesta giudiziaria nell’ambito della quale sabato è stato arrestato il padre Benito con l’ipotesi di reato di concussione.
La vicenda per la quale l’assessore è finito sul registro degli indagati non ha comunque alcuna relazione con quella che ha portato ai domiciliari l’ex presidente provinciale del patronato Ente assistenza sociale per gli artigiani. Però indagando sulle presunte minacce ad un dipendente del sindacato da parte di Benito Santalco i Carabinieri avrebbero ravvisato delle responsabilità penali a carico dell’assessore della giunta Buzzanca.
Le ipotesi di reato contestate a Carmelo Santalco, dal sostituto procuratore Stefano Ammendola, sono peculato ed appropriazione indebita. Gli investigatori misero sotto controllo i telefoni dell’assessore e scoprirono che dagli apparecchi di Palazzo Zanca partivano molte telefonate private quindi non di tipo istituzionale. In particolare, secondo l’accusa, nel giro di soli quattro mesi sarebbero state accertate telefonate a numeri privati e siti internet per un totale di circa 500 euro. Per le due ipotesi di reato di appropriazione indebita e peculato il sostituto procuratore Ammendola aveva chiesto al gip Massimiliano Micali gli arresti domiciliari per Carmelo Santalco. Il gip però ha rigettato la richiesta restrittiva.
Quanto al padre Benito Santalco, che da sabato si trova ai domiciliari nella sua abitazione, sarà interrogato venerdì prossimo a Palazzo di Giustizia dal gip Micali. L’ex assessore e consigliere comunale è accusato di aver costretto per cinque anni un ex dipendente del patronato Easa a versare 250 euro al mese ad un altro lavoratore in nero dello stesso sindacato.