Restituire a Taormina la memoria di un tempo: la rivoluzione inizia dalla cultura

Restituire a Taormina la memoria di un tempo ancora si può. Resiste, tra i cittadini della Perla dello Jonio, la speranza sopita ma mai spenta di assistere alla grande rinascita. Ciò a cui non si vuole più assistere è invece lo sfacelo culturale e morale che ha risucchiato Taormina in un vortice nero dal quale riprendersi sembra sempre più difficile man mano che il tempo passa. Esistono ormai “due Taormina”: quella di un tempo e quella di oggi. Ed è a quella di una volta che tutti guardano incantati, alle vie del Corso piene, al Teatro Antico che metteva in scena l’Arte, agli sguardi affascinati dei turisti di fronte alle meraviglie del posto, naturale bellezza paesaggistica. Ricordi di ieri che si infrangono su una realtà amara, di fronte alla quale si preferisce chiudere gli occhi e ripensare al passato. Ma, fin tanto che lo si crede, un cambiamento è ancora possibile. Via gli interessi personali, via le beghe politiche, Taormina è bella come sempre, bisogna solo crederci ancora. Serve una rivoluzione, prima di tutto culturale.

Una proposta arriva dal taorminese Giuseppe Manuli (già presidente del consorzio di rete fognante e candidato alle elezioni del maggio 2013 nella lista “Città Viva”) nostalgico dei “tempi che furono”, che ricorda quando trent’anni fa Taormina celebrava William Shakespeare con un convegno di Alessandro Serpieri intitolato “La nostalgia dell’essere”, mai titolo fu più calzante: “Suggerirei, nel ricordo di quell’evento, di proporre uno William Shakespeare, magari con Gassman Alessandro in questi giorni in giro per l’Italia con un “Riccardo III” di qualità, chiedendogli magari la realizzazione di un Amleto tra le mura del Teatro Greco, che deve essere sottratto alla gestione diretta della soprintendenza e passare alla responsabilità del nostro comune, e non solo per contrastare lo sfruttamento intensivo cui è sottoposto, ma per tutelare questo immenso patrimonio per chi verrà dopo di noi”.

La memoria di ciò che è statoconclude Manuliserva a far nascere uno scatto di dignità e la si recuperi, da subito, ponendo la questione "Taoarte" a tutti i livelli, iniziando a parlarne da subito con la cittadinanza in un confronto aperto nel luogo deputato, il consiglio comunale”.

Si tratta di una proposta carica di significato, segno che ci sono ancora semi buoni da piantare, servono solo mani buone per coltivare la terra.

Giusy Briguglio