Le concessioni dello stadio San Filippo e G. Celeste finiscono sotto osservazione. Soprattutto i costi relativi alle utenze (acque e luce), che gravano sulle casse comunali per il 90%, a cui vanno naturalmente aggiunte le spese per gli interventi di manutenzione straordinaria.
In virtù di due diverse delibere di giunta, approvate entrambe lo scorso 27 agosto – cioè tre giorni prima che l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca si dimettesse, i due impianti sportivi sono stati affidati, per dodici mesi, alle società di calcio Acr Messina e Città di Messina, entrambe iscritte al campionato di serie D. Oggi su quell’atto, votato dagli ex assessori Isgrò, Capone, Amata Miloro e Sparso, accende i riflettori il consigliere comunale Carmelo Conti, il quale evidenzia lo scarso vantaggio economico che trae il Comune da quell’affidamento.
Il calcio, dunque non c’entra nulla, c’entra piuttosto la crisi economico-finanziaria che sta attanagliando Palazzo Zanca e sta costringendo le categorie deboli a enormi sacrifici: bambini senza scuolabus e servizio mensa; disabili senza trasporto a causa dei ritardi nei pagamenti alle cooperative; gli anziani ed i lavoratori di Casa Serena che rischiano di essere “buttati” fuori perché non ci sono soldi per mettere a norma la struttura; per non parlare dei lavoratori di Messinambinete e Atm, che devono elemosinare il loro stipendio. A fronte di questa situazione di enorme disagio, il Comune si permette il lusso, secondo Conti, di far pagare alle due società sportive solo il 10% delle utenze degli impianti sportivi.
All’Acr Messina, che come detto ha in concessione lo stadio San Filippo, viene inoltre garantita anche la possibilità di utilizzare i locali destinati ad ospitare i giocatori (la foresteria), in virtù «dell’impegno assunto dalla società circa la realizzazione di un progetto di promozione sportiva» e, comunque, « limitatamente alle esigenze legate all’attività sportiva».
Un trattamento “privilegiato”, che a Conti non va proprio giù , visti i tempi duri che vive oggi il Comune, ed anche di disparità nei confronti di tutte quelle società sportive che si occupano di sport minori e di calcio in categorie minori, costrette a versare al Comune una quota mensile, che varia in base alle ore di utilizzo degli impianti e delle palestre comunali. Il dirigente comunale allo sport, Salvatore De Francesco, spiega : «Se non dessimo in concessione lo stadio San Filippo e la stadio Celeste, potrebbero restare entrambi chiusi perché il Comune non ha certo i soldi per mantenere le due strutture. E’ vero – continua – che noi paghiamo le utenze ma le società di occupano della manutenzione e hanno la responsabilità civile e penale dell’impianto».
La proposta del consigliere Conti non è quella di revocare la concessione ad Acr e Città di Messina, ma di mettere sul mercato i due stadi, vendendo i due gioielli di famiglia e fare cassa. (Danila La Torre)