Pagato il riscatto: la statuetta di Accorinti è ricomparsa sana e salva nel presepe

WELCOME BACK HOME….NEL PRESEPE

Festa grande nel presepe di Palazzo Zanca: in seguito all’ennesimo strano fenomeno paranormale ieri è ricomparsa la statuetta di Accorinti, misteriosamente sparita la scorsa settimana. Sono stati giorni di tribolazione tra i pastorelli, i visitatori e i dipendenti del Comune, il rapimento della statuetta in una notte buia e tempestosa aveva infatti gettato tutti nello sconforto. Il carretto siciliano rimasto desolatamente vuoto era diventato meta di pellegrinaggi dall’isola pedonale nonchè dalla Palestina e dal Tibet. L’angoscioso interrogativo che ha turbato i sonni dei messinesi era: chi ha potuto osare un tale misfatto? Poi una mattina c’è stato l’evento epocale: Accorinti è ricomparso sul carrettino, a due passi dalla grotta, dove entrerà con passo felino battendo i Re Magi e sarà lui a portare la lieta novella alla Sacra Famiglia acclamato da angeli e zampognari. Mentre nel presepe si festeggia e sono già stati messi gli striscioni “ welcome back home”,Grissom e gli agenti della Squadra antimafia cercano di capire come sia avvenuta la liberazione dell’ostaggio. Le trattative sono state lunghe e faticose e fonti ben accreditate nel cerchio magico sostengono che sia stato pagato il riscatto, ma restano ancora punti oscuri da chiarire. Inizialmente si era pensato ad uno scambio: la restituzione della statuetta di Accorinti in cambio dell’ombrello spacciato per albero di Natale a Piazza Cairoli. Nessuno degli assessori ha però voluto rinunciare al simbolo dell’ascetismo scevro da ogni forma di becero consumismo che mal si addice ai tempi. I rapitori hanno tirato un sospiro di sollievo, chi invece se l’è vista brutta sono i residenti dell’isolato 13, perché, di buon mattino, si sono ritrovati lì la Cosa sfrattata da Piazza Cairoli dopo l’arrivo dell’albero della Confcommercio. I residenti dell’isolato 13 e della via Palermo hanno provato a restituirlo ma non c’è stato verso, dovranno tenerselo fino all’Epifania. Il vicesindaco Signorino, temendo che tra i mandanti dell’efferato crimine ci fossero i revisori dei conti ha chiesto la prova che la statuetta era ancora viva e non ha avuto pace fin quando un postino non gli ha recapitato un pacco con la maglietta rossa Free Tibet. Rinfrancato Signorino ha dato il via libera al progetto dell’assessore Perna: accelerare i tempi di conio per il tallero peloritano in modo da poter pagare il riscatto prima di Natale. La stamperia è stata realizzata nel parcheggio Zaera dove non c’è anima viva e nessuno quindi avrebbe potuto disturbare i lavori. Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno però svelato l’arcano: non è stato pagato alcun riscatto, il rapito è stato restituito dai malviventi sfiancati dal sermone della sua vita e dai monologhi epocali. In poche ore era già riuscito a far fuggire a gambe levate 4 carcerieri e 3 vivandieri, al punto da costringere i rapitori ad ingaggiare un carceriere duro d’orecchi. Accorinti è però riuscito a usare il linguaggio Lis ed ha costretto anche l’ultimo carceriere a licenziarsi dopo appena 56 minuti del racconto di quando è salito sul pilone di Torre Faro. Persino i vicini del luogo di prigionia hanno denunciato i rapitori per rumori molesti. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso per i mandanti del rapimento è stato vedere i vivandieri diventare vegetariani ed abbracciare l’albero di Natale del condominio. A quel punto hanno messo la statuetta sul pedibus della Boer e l’hanno rispedito nel presepe. Accolto con gioia dai pastorelli e dai monaci tibetani Accorinti è apparso in ottime condizioni, come si può vedere nella foto. La prima statuetta infatti aveva i capelli argentati, invece da ostaggio liberato è apparso persino ringiovanito con una folta chioma quasi fulva, la barbetta alla Che Guevara e qualche chiletto in più, forse a causa dei torroncini e delle lasagne vegetariane gustate con i rapitori mentre li convinceva a risorgere dal default spirituale. Per evitare il ripetersi di altri fenomeni di scomparsa e ricomparsa è stato deciso di incollare la statuetta al carrettino siciliano. Indietrononsitorna ha diramato un comunicato per precisare che non si tratta di “attaccamento alla poltrona”, che riguarda solo ed esclusivamente quellicheceranoprima ma di motivi di sicurezza.

L’UOMO DEL MARE HA DETTO SI’

Se il presepe sorride ed è in festa in giunta sono stati momenti di vera mestizia per le dimissioni dell’assessore Filippo Cucinotta che aveva le deleghe alle risorse del mare, politiche giovanili e patrimonio. Dopo oltre un anno e mezzo “l’uomo del mare” ha detto sì, ma non all’amministrare il Comune, come si pensava nell’estate 2013, quanto ad un ruolo che evidentemente gli va più a genio, all’Università. La conferenza stampa di addio più che un bilancio ed un saluto è stata quasi una veglia funebre. Occhi lucidi, abbracci commossi, all’assessore Cacciola (che non ha affatto l’aspetto dell’uomo tenero) sono persino spuntati i lucciconi agli occhi mentre, come tutti gli intervenuti, parlava dell’assessore al trapassato remoto e non come uno che ha deciso di sua volontà di lasciare un percorso a metà e di restare come esperto. Per tutta la conferenza si è sentito “era un bravo studente, anzi il migliore”, “era un bravo assessore” e Cacciola ha superato tutti dicendo: “del resto siamo tutti di passaggio”. Insomma, ovunque cuori infranti e probabilmente anche una targa ricordo al molo “qui Cucinotta pensò di realizzare lo scalo della flotta comunale ma poi non ebbe il tempo per mettere la prima pietra”. Ha lasciato bei ricordi anche in Consiglio comunale dove a ricordarne le gesta è stato non il capogruppo di Cambiamo Messina dal basso ma il capogruppo dell’Udc Mario Rizzo, che da alleato di ferro della giunta ha ringraziato Cucinotta per l’encomiabile lavoro svolto. Un discorso tale che né la Fenech né la Risitano hanno potuto aggiungere altro se non cliccare “mi piace”. Per scegliere il nome del sostituto il leader dell’Udc Giampiero D’Alia ha rinviato tutti gli impegni del fine settimana per dedicarsi alle riunioni di coalizione con Accorinti e Signorino. Il presidente dell’Udc si è detto pronto a valutare varie possibilità ma pare abbia posto il veto sull’ex ingegnere capo Gaetano Sciacca con il quale l’idillio degli anni scorsi è finito con un divorzio burrascoso tra lanci di piatti e bicchieri.