La leggenda dei due alberi di Natale a Piazza Cairoli: “du gust is megl’ che uan”

A volte penso che nell’aria sia finita qualche strana sostanza e che ce la siamo respirata tutta. Anzi, ce la siamo proprio fumata. Accadono strane cose in questo Natale 2014 e se continua così non mi stupirei di vedere i cammelli passeggiare in via dei Mille. L’anno scorso, di questi tempi, di Natale proprio non se ne parlava. Una Messina grigia, senza luminarie e senza addobbi si adeguava allo stato di crisi interplanetario. Quest’anno i primi accenni sembrano essere quelli del Natale più pazzo del mondo (vedi foto), come in uno di quei film anni ’80: pastorelli del presepe che appaiono e scompaiono, sceriffi antiluminarie, sfide all’ultimo ramo tra alberi di Natale e ancora siamo solo all’inizio.

Il primo fenomeno paranormale si è verificato nel tradizionale presepe di Palazzo Zanca, dove poco prima dell’Immacolata i pastorelli sono sbocciati come primule a primavera. E’stato così che sul carrettino siciliano è spuntato il sindaco Accorinti con immancabile maglietta Free Tibet e tre monaci tibetani che, arrivati a due passi dalla capanna sono riusciti a battere sul tempo i Re Magi, appesantiti dagli orpelli della ricchezza. Se i monaci riescono a salutare il Bambinello il giorno dell’Epifania prima dei Re Magi di fatto il presepe di Palazzo Zanca non Cambia Messina dal basso, cambia direttamente la Storia del Cristianesimo. Insomma, una roba epocale. Ma il pastorello raffigurante Accorinti ha suscitato qualche polemica così nei giorni scorsi, la statuetta è sparita misteriosamente. Restano solo i monaci tibetani imperturbabili nonostante quel che sta accadendo intorno a loro. C’è chi pensa al rapimento della statuetta, c’è chi dice che è stata spostata dentro la capanna al posto di Gesù, ma non possiamo escludere che si sia solo assentata per una visita al Dalai Lama.

Gli strani fenomeni però non sono finiti. L’anno scorso ci siamo lamentati perché Piazza Cairoli sembrava spettrale senza addobbi ed il 23 dicembre è spuntata la Cosa, detta anche l’ombrello. Ebbene quest’anno poco prima dell’Immacolata la Cosa è riapparsa, riciclata dal 2013. I messinesi non hanno fatto i salti di gioia, ma ecco che 7 giorni dopo c’è stato il miracolo: un secondo albero a pochi metri dal primo. Se li guardi di profilo sembrano simili, ma poi…magia, il secondo si illumina, è panciuto, colorato, sembra quasi sfidare il cugino povero. Il primo è stato tolto dalla polvere di un deposito dove, speravamo, dovesse restare dimenticato, il secondo è stato inaugurato tra balli, gospel, tagli di nastro, zampognari e tamburelli, (insomma in pieno spirito natalizio) da Miss Italia 2013 Giulia Arena. A vederli uno a pochi metri dall’altro sembrano le foto di prima e dopo la dieta: ecco Maria prima della dieta e la vedi cicciottella sorridente con le guanciotte piene. Ecco Maria dopo un mese di acqua e mele e la vedi scheletrica ma contenta nella sua taglia 38. La leggenda dei due alberi di Natale non è solo uno strano fenomeno di sdoppiamento è anche il simbolo di una città divisa tra Guelfi e Ghibellini su ogni cosa, anche sul fatto che è Natale, ed anche se è l’ennesimo Natale nero, è sempre Natale. Quel che fa riflettere è che il secondo albero non è piovuto dal cielo, è stato donato dalla Confcommercio nell’ambito di una serie di iniziative nelle circoscrizioni per “riaccendere” il Natale varate insieme all’amministrazione, tanto è vero che sia alla conferenza stampa che alla festa dell’accensione erano presenti gli assessori. C’è quindi da domandarsi, gli uffici di Palazzo Zanca (gli stessi così solerti nel bloccare autorizzazioni per 12, 15 o 22 anni e attenti nel richiedere alla vittima di turno almeno sei chili di documentazione) non si sono accorti che si stavano allestendo due alberi uno a due passi dall’altro e che i due simboli si sarebbero “guardati in cagnesco” fino all’Epifania? Nessuno, ma dico, nessuno, si è accorto del piccolo dettaglio? Oppure anche stavolta, come nel caso degli stalli ai disabili ogni cosa è avvenuta all’insaputa dell’amministrazione? E anche quando, poniamo, fosse davvero così, che nelle notti buie l’ingegnere Pizzino toglie gli stalli per fare un dispetto a disabili e assessori e di giorno vengono collocati doppioni di alberi a Piazza Cairoli, prima o poi la giunta provvederà a cambiare la gestione dei dirigenti? E Balotelli-Le Donne si accorgerà che la sua squadra sta andando a farfalle e non solo non si fa gol ma una serie di autogol? In attesa di capire se anche stavolta la colpa sia, nell’ordine: di quellicheceranoprima, del consiglio comunale, dei dirigenti, dei revisori dei conti, di certa stampa, sono già iniziate le scommesse su chi vincerà la sfida all’Ok Corral tra i due alberi. Una gara a colpi di “vessilli fallici” che la dice lunga anche sullo stato confusionale che regna in questi mesi. Chi vincerà si aggiudica un set di t-shirt Free Tibet e potrà avere la sua statuetta nel presepe del Comune del Natale 2015 (copyright Fabio Mazzeo). Dopo la sfida tra due isole pedonali, due approdi, adesso assistiamo a quella tra addobbi natalizi come nel mitico spot del Maxibon “du gust is megl’ che uan”. Le conseguenze di questi fenomeni sono serie, perché Babbo Natale non saprà dove atterrare con la slitta, penserà di aver bevuto un bicchierino di troppo, di essere diventato vecchio e presenterà le dimissioni ed i Re Magi, sconcertati nel vedere i monaci tibetani penseranno di aver sbagliato strada e daranno la colpa alla stella cometa. Insomma, non ci sono più le certezze di una volta ma almeno possiamo diventare un’attrazione per i turisti e finiremonei depliant della Costa ed Msc come l’unica città al mondo con due alberi di Natale siamesi. In questo clima aggiungi la nota diramata da Palazzo Zanca per sanzionare i commercianti che hanno messo le luminarie in alcune vie attaccandole alla pubblica illuminazione, e che annuncia le ispezioni degli sceriffi anti-luminarie. Nessuno vuol inneggiare all’irregalità, ma questa giunta ci ha insegnato il valore della pace e del perdono, ed in un periodo in cui c’è la fame vera se un commerciante già vessato da imposte cerca di illuminare un Natale buio che si faccia un passo indietro anche su questo e non solo su tir e stadi aperti. Non tutti i commercianti hanno la fortuna di avere un locale in via dei Mille o piazza Cairoli, teatro della contesa, ma devono vivere anche loro. Peraltro, visto che ho pagato una Tasi da paura per servizi indivisibili, anzi INVISIBILI quali una pubblica illuminazione, una manutenzione strade e verde a dir poco vergognosi, devolvo la mia quota di Tasi inutile a loro. Noi cittadini paghiamo per una Tasi che non corrisponde minimamente al servizio e voi sanzionate i commercianti per le luminarie? Ma che dovremmo fare, accontentarci di strade piene di buche, fontane in stato di degrado (a proposito mi piacerebbe che qualche Palazzo facesse chiarezza sulle spesucce dell’Amam per lavori invisibili alle fontane) verde diventato grigio e vivere l’ennesimo Natale in bianco e nero? Ma questa è un’altra storia. Visto però che accadono cose assai strane suggerirei di scriverla davvero quest’anno la lettera a Babbo Natale, magari è la volta buona che bussa alla finestra. Osate. Nella mia lettera chiederò che mi vengano pagati la Tari e la Tasi che da sposate si chiamano Uic e sono peggio di una purga (ma anche da single non scherzano). Messina ha la Tasi più alta di tutta la Sicilia (3,3 per mille) a fronte di servizi che sono sotto gli occhi di tutti. Non è vero che non paghiamo più la tassa sulla prima casa, quella costata mutuo, sudore e sangue, ne hanno solo cambiato il nome, e questo si chiama prendere in giro i cittadini.

Caro Babbo Natale, per favore, vieni nelle case di questa disgraziata città dove le imposte locali sono al massimo consentito e la qualità dei servizi al minimo tollerabile e pagale tu.

P.s.- io sono rotonda e allegra, quindi voto per l’albero panciuto. Ho il vizio di pensare che se ti vesti di grigio la vita resta grigia, se ti metti una gonna a fiori magari quel giorno impari a sorridere.

Rosaria Brancato

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