MESSINA – Sono tesi i rapporti tra i sindacati e la Messina social city. In prefettura (nella foto), si è tenuto un incontro acceso tra i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, rispettivamente Francesco Fucile, Giovanna Bicchieri e Livio Andronico, la presidente della Messina social city, Valeria Asquini, e l’assessora alle Politiche sociali, Alessandra Calafiore.
Al centro del contendere, diverse problematiche che attanagliano i lavoratori: “relazioni sindacali carenti (mancanza di risposte da parte dell’amministrazione alle richieste di confronto da parte dei sindacati), cambio contratto (mancanza di chiarezza sul passaggio dal contratto Cooperative Sociali a Funzioni Locali), mancati riconoscimenti (non vengono riconosciute l’indennità di turno e il rimborso chilometrico per l’utilizzo del mezzo proprio), stabilizzazione (mancanza di risposte concrete sulle modalità di stabilizzazione dei lavoratori precari), futuro di Casa Serena (incertezza sul futuro della struttura)”.
I sindacati, non ottenendo risposte soddisfacenti, hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori e annunciato la possibilità di uno sciopero se non saranno date risposte concrete. Un incontro con il sindaco Federico Basile è previsto a breve per discutere le problematiche e trovare soluzioni. La procedura di conciliazione presso la Prefettura rimane aperta, ma il suo esito dipenderà dall’esito dell’incontro con il sindaco.
I lavoratori sono preoccupati e demotivati per la situazione di incertezza e per la mancanza di risposte da parte dell’amministrazione. Lo sciopero potrebbe essere l’unica arma per ottenere finalmente il rispetto dei loro diritti e tutele. La situazione resta tesa e si attende l’esito dell’incontro con il sindaco Basile per capire come si evolverà la vicenda.
“Tra i lavoratori – hanno sottolineao i rappresentanti sindacali all’unisono – c’è molto malessere e abbiamo rappresentato le loro istanze. Come organzzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale che attualmente viene applicato dalla Messina social city, non possiamo accettare che le nostre richieste di confronto siano ignorate, a dispetto di una “comunicazione” unilaterale”.