Nessun posto è troppo lontano per il cuore. E quanto accaduto in Congo, dopo mesi di sacrifici e sogni ne è la prova. Un pezzo di Messina è lì, diventato mattoni e apparecchiature, ed è il pezzo più bello della città, perché è il cuore. Grazie infatti agli sforzi di tanti messinesi che nei mesi scorsi hanno risposto all’appello decine di bambini potranno salvarsi dalle malattie e dalla povertà nel piccolo villaggio di Kpangi, che sorge nella zona nordest della Repubblica Democratica. In questa terra i numeri sono impietosi, e ci raccontano di una realtà nella quale un bambino su cinque non arriva a cinque anni e l'età media della popolazione è di circa 44 anni. E’ una terra in cui spesso anche sperare diventa un lusso. Ma c’è chi non si è arreso e ha deciso di non fermarsi e di provare con ogni mezzo a cambiare quei numeri, sia pure un passo alla volta. Padre Dominique Ndolomo, assieme all'Associazione “Terra di Gesù Onlus” presieduta da Francesco Certo, attiva in altri progetti di carità in città come lo studio medico Help Center della stazione centrale, è riuscito con una lunga raccolta di fondi a garantire la nascita di una “casa sanità”: 16 posti letto, sala parto, sala prelievi e visite, con tanto di dispensario farmaci. Casa sanità è stata realizzata anche grazie a quei messinesi che sono stati accanto alla Terra di Gesù, non soltanto dando supporto all’Help center, ma anche guardando in Africa. Adesso la struttura sanitaria in Congo è totalmente fruibile dalla popolazione, quei 16 posti, quelle attrezzature, quei farmaci, rappresentano per la popolazione molto più di una speranza. Il centro "Gesù Misericordioso" è stato costruito, arredato e dotato di macchinari con i contributi dei benefattori che non hanno mai fatto mancare il loro apporto nelle raccolte patrocinate da Terrà di Gesù a Messina e non solo, con la collaborazione della parrocchia di Camaro Superiore e del circolo “Ignazio Silone”. Il lavoro è solo all’inizio, perché questi nostri fratelli continuano ad avere bisogno di noi ogni giorno e l’augurio è che la casa sanità continui ad avere nuovi “mattoni”, ma intanto, il sorriso di chi sa di avere una mano che lo sostiene, lo abbraccia e lo cura, è come il sole dopo un lungo inverno.
Rosaria Brancato