Abbiamo incontrato nel suo piccolo laboratorio sulle colline di Castanea delle Furie, Gianni Raineri, un uomo spontaneo e dall’intelligenza pratica in virtù della quale è riuscito a “farsi da solo”. Appena lo raggiungiamo è ancora indaffarato con i preparativi della sua prossima fiera.
DA QUALE IDEA NASCE “LA CUOIERIA” E PERCHE’ LA SCELTA DI QUESTO SETTORE?
Ad essere sincero l’idea nasce per caso o meglio da due ingredienti fondamentali: fortuna e follia. Più di vent’anni fa la situazione economica non era tanto migliore di oggi e le offerte di lavoro lo stesso. Ero uno studente universitario che coltivava la passione per le collanine e le spille create a mano, da vendere in occasione delle feste patronali. Fino a quando un giorno dovetti procurarmi del cuoio in modo da realizzare una borsa che contenesse i miei attrezzi da lavoro. Dal momento in cui sfiorai il cuoio con le mani, capii che c’era una particolare affinità. Ecco che da subito mi cimentai nella creazione di diversi oggetti ed accessori in cuoio: cinture, ciondoli, bigiotteria, scarpe, borse. Dall’81 all’87 andai di fiera in fiera tra Messina e Palermo ad esporre ciò che sapevo fare. Certamente questa era un’attività di fortuna che, per quanto potesse essere remunerativa, non poteva assicurarmi il futuro.
QUAND’E’ STATA LA SVOLTA?
All’epoca avevo ottenuto, tramite concorso, un impiego d’ufficio alla regione Sicilia. Tuttavia , ciò che poteva essere molto più stabile di un lavoro da ambulante, non mi rendeva felice. Decisi così di investire i miei risparmi e di aprire una piccola attività artigianale, regolarmente iscritta presso la Camera di commercio. Diventai rappresentante e molto presto manager di me stesso. Andavo per i negozi a vendere i miei manufatti. Certo, all’inizio è stato molto difficile per la mancanza di esperienza. Intanto comprai qualche macchinario, assunsi qualche operaio, iniziai ad ordinare il filo, il cuoio e altro materiale. Tengo a precisare che la mia attività utilizza esclusivamente materiali italiani a partire dallo stesso cuoio che ritiro da fornitori toscani fino alla manodopera altrettanto italiana. Intorno al ’93, grazie ad una convenzione che la regione ci aveva messo a disposizione, potei partecipare alle prime fiere a Roma e a Milano fino a raggiungere il mercato estero col Giappone e tanti altri paesi nel mondo. Ecco che grazie a queste possibilità la domanda ha avuto un incremento notevole e vario.
QUALE STRATEGIA HA ADOTTATO NEL TEMPO?
La nostra impresa produce quotidianamente circa cinquecento pezzi .Negli anni abbiamo imparato molto dagli errori e di ciò ne abbiamo fatto virtù. Abbiamo imparato che è assolutamente necessario “cambiare prima che il vento cambi“. Da qui la scelta di diversificare l’offerta rispetto ai nostri concorrenti .Il nostro segreto consiste nell’offrire un prodotto di qualità che si adegua alle esigenze e richieste dei clienti. D'altronde, creare un prodotto di alta qualità, sapendo che malgrado il suo apprezzamento non viene acquistato per via del costo elevato, non sarebbe una strategia vincente. In pratica, abbiamo creato sulla base del prezzo di vendita.
CHE TIPO DI MERCATO E’ IL VOSTRO?
E’ un mercato di nicchia senza dubbio. Annualmente partecipiamo a tre o quattro fiere tra cui il Mipel (mercato internazionale di pelletteria) e ancora prima il Macef (salone internazionale della casa). In Italia i nostri clienti sono per lo più i turisti delle grandi città d’arte e delle grandi mete culturali.
(Azzurra Papalia)