Il terremoto del 24 agosto riapre vecchie ferite in Sicilia e soprattutto riporta l’attenzione sui temi della sicurezza, con particolare interesse per quella degli edifici pubblici, primi fra tutti gli ospedali.
L’Anaao-Assomed lancia l’allarme e si rivolge alla Regione per chiedere una mappatura della situazione dei presidi dell’isola.
“E’ negli occhi di tutti l’immagine dell’ospedale di Amatrice- si legge nella nota- lesionato dal sisma e dei pazienti assistiti, nelle prime ore, nel piazzale antistante l’edificio. Ed è superfluo ricordare l’importanza strategica di un ospedale nelle prime ore successive a un terremoto. Studi dell’OMS dimostrano infatti, che un P.O. valido nelle prime 72 ore dopo l’evento tellurico, possono determinare una riduzione della mortalità e morbilità post evento”.
Inutile ricordare che la Sicilia è territorio ad alto rischio sismico, da Messina a Siracusa, fino alla zona del Belice ed il sindacato si chiede quali siano le condizioni attuali delle strutture sanitarie.
“Da anni i geologi si battono per l’introduzione dell’obbligo del fascicolo del fabbricato, una sorta di libretto sanitario dove viene riportato lo stato dell’edificio. L’Anaao-Assomed chiede sia all’assessore Gucciardi che al presidente della Commissione Ars Sanità Digiacomo di attivare un’ispeazione sul possesso dei requisiti di resistenza antisismica degli ospedali, degli enti e delle strutture sanitarie del S.S.R., in accordo con le più recenti disposizioni legislative e di voler creare una mappatura degli edifici a rischio, indicando anche la valutazione strutturale”.
In Sicilia, si evidenzia nella nota, in merito alla sicurezza sismica degli edifici sanitari e degli ospedali pubblici, è stato realizzato, nel 2008, un progetto per il controllo dell’ospedale Trigona di Noto e degli edifici dell’ARNAS Civico di Palermo.
“Ma è nella memoria della popolazione messinese, lo scoramento seguito alla disattivazione di oltre la metà dei padiglioni dello storico Ospedale Piemonte (dal n. 1 al n. 6), costruito dopo il sisma del 1908, perché non adeguati secondo la normativa antisismica, dopo l’ispezione della Commissione Sanità del Senato (marzo 2010)”.
Gli eventi sismici succedutisi negli ultimi decenni in Italia (Irpinia, Umbria, L’Aquila fino al più recente in Emilia Romagna nel 2012) hanno mostrato una considerevole vulnerabilità degli edifici ospedalieri ed in seguito al terremoto di San Giuliano di Puglia che il 31 ottobre 2002 causò la distruzione di una scuola e la morte di 27 bambini e un insegnante, fu promanata l’ordinanza n. 3274 del 20/03/2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri che modificò radicalmente l’approccio della valutazione sismica degli edifici pubblici e le regole per la messa in sicurezza dell’esistente.