«Il presidente dell’Atm Giuseppe Campagna continua ad attaccare i lavoratori dell’azienda trasporti. Evidentemente è questa la strategia della nuova governance per coprire e giustificare disservizi ed errori che questa nuova Atm sta commettendo». A dirlo sono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, che oggi scendono in campo per difendere l’ultimo obiettivo finito nel mirino del presidente dell’Atm.
Dopo gli inidonei, i “miracoli”, l’attacco a chi ha riconosciuta la Legge 104, le ferie, le malattie, i permessi, Campagna tira in ballo anche il contratto integrativo di secondo livello che dopo mesi di durissimo lavoro, contrattazioni e sacrifici è stato introdotto per tutti i dipendenti dell’Atm nel luglio del 2017.
Campagna ha parlato di un contratto da rivedere e razionalizzare perché non è possibile mantenere un contratto che “concede 100 euro al mese solo per il fatto che un lavoratore non abbia superato la media di 13 giorni l’anno di assenze”.
«Probabilmente Campagna non ha neanche letto il contrattointegrativo di Atm o continua a parlare per soli spot propagandistici – dichiarano Filt Cgil Fit Cisl e Uiltrasporti. E’ grave che il presidente non abbia le idee chiare su cosa sia il contratto integrativo che in questo momento è in essere per i 500 dipendenti di Atm. Attacca un accordo innovativo di secondo livello che ha reso l’Atm un’azienda virtuosa, che ha introdotto metodi di premialità legati ai risultati e non a pioggia come era in uso da decenni, che ha disincentivato l’uso smodato della malattia. E’ un contratto che ha eliminato il vecchio sistema a pioggia di una finta produttività e che invece adesso si basa su un sistema calcolato su precisi obiettivi, come quello di diminuire il tasso di assenze per malattia e aumentare efficienza e numero di mezzi in servizio. Con questo contratto integrativo, infatti, l’Atm ha ridotto le percentuali della malattia, non prevedendo il premio per chi supera i giorni previsti per contratto, anzi introducendo un sistema a scalare che toglie soldi ai lavoratori per ogni giornata di malattia di cui usufruiscono. Quindi non solo incentiva a non superare i giorni, ma toglie soldi per ogni giornata di malattia che i dipendenti prendono. Un sistema fortemente disincentivante della malattia che ha ottenuto i suoi risultati e questo il presidente dovrebbe dirlo con sincerità invece di denigrare i dipendenti.
I principi e gli obiettivi di produttività su cui si fonda questo contratto hanno portato l’azienda a superare il 98% dei mezzi in servizio e dei mezzi usciti dalle officine, aumentando di oltre il 100% negli anni il livello di produttività in km percorsi degli autisti».
I sindacati parlano di un accordo integrativo di secondo livello che non ha aumentato di un euro il budget iniziale in essere fino al 2016 nelle casse Atm, ma lo ha distribuito in maniera diversa tra tutti i lavoratori, portandoli tutti sullo stesso piano. Dal vecchio contratto circa 1/3 dei lavoratori era escluso, compresi per esempio lavoratori fortemente produttivi come tutti gli ausiliari del traffico, che sono stati inseriti. Senza alcun aumento di spesa, nel 2017, sono stati inseriti 100 lavoratori che non avevano mai usufruito di un contratto di secondo livello e che avevano iniziato contenziosi con l’azienda proprio perché era si erano visti ledere diritti che sono stati ripristinati con questo contratto integrativo. Anzi addirittura per alcune qualifiche ci sono state delle riduzioni dirottate sull’esercizio, gli amministrativi hanno accettato un sacrificio riducendosi il salario. Un contratto integrativo moderno, degno di una vera azienda di trasporto.
«Un contratto che evidentemente il presidente non ha letto bene, che ha anche portato tanti sacrifici al sindacato confederale, attaccato spesso dal fronte autonomo proprio per le novità che ha introdotto. E’ un contratto con cui i lavoratori legano il loro stipendio al buon funzionamento dell’azienda, un contratto in cui dipendenti e azienda scommettono su una maggiore produttività e sul rilancio di Atm che però evidentemente a questa dirigenza non piace. Restiamo disponibili a ricontrattare l'accordo – concludono i sindacati – ma non ammetteremo mai che per pura propaganda si mettano le mani in tasca ai dipendenti riducendone il salario».