I sindaci dei 52 comuni destinati ad essere fagocitati nelle Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina, dissotterrano l’ascia di guerra e il 26 settembre protesteranno direttamente davanti alla sede del Governo siciliano.
Il Ddl Valenti non piace ed il Consiglio regionale dell’AnciSicilia (l’associazione che unisce i Comuni) ha organizzato una manifestazione a Palermo per ribadire la drammatica situazione economico-finanziaria degli Enti locali e per riportare al centro del dibattito politico il bisogno dei cittadini di avere servizi efficienti e interventi concreti in favore del lavoro e dello sviluppo. L’appuntamento è a Palermo in piazza Marina alle 9.30 del 26 settembre. Da lì i sindaci, con la fascia tricolore, il gonfalone ed i consiglieri comunali giunti da tutta l’isola percorreranno in corteo la Via Vittorio Emanuele fino a raggiungere la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana in Piazza del Parlamento.
Alla giunta Crocetta verrà chiesta l’istituzione di una unità di crisi presso la Presidenza della Regione, con i rappresentati dell’AnciSicilia e dell’Ancim, al fine di avviare un confronto permanente con i comuni siciliani, la definizione dell’Intesa tra la Regione e lo Stato sul federalismo fiscale,una profonda revisione della riforma delle città metropolitane (ddl 546) e, dei Liberi Consorzi di Comuni alla luce di una effettiva e preventiva partecipazione “dal basso”.
Intanto a sparare nuovamente a zero sulla bozza Valenti è il deputato regionale del Pdl Nino Germanà: “Ho già espresso le mie perplessità, ma adesso non posso che sottolineare come salti agli occhi l’approssimazione di questo governo che si barcamena nel caos. La domanda è questa: ma se il progetto di legge è già stato esitato dalla Giunta, come mai, a oggi, non risulta pubblicato sul sito dell’Assemblea? Non è calendarizzato e non è stato messo all’ordine del giorno della Prima commissione come da prassi? È un giallo oppure una farsa che non fa ridere? In attesa che si risolva questo grottesco thriller ribadiamo il nostro grido d’allarme sulle conseguenze negative che l’accorpamento apporterebbe. Comunque, riforma oppure riforma della riforma, noi siamo sempre dalla parte dei cittadini e, in questo caso, dei piccoli comuni”.
Concludiamo gli articoli dedicati alla legge sulle Città Metropolitane (vedi articoli allegati) soffermandoci sugli ultimi TITOLI (V-VI E VII)
TITOLO V- Il sindaco
Il sindaco è eletto a suffragio universale diretto per un periodo di cinque anni, contestualmente all’elezione del consiglio metropolitano. E’ immediatamente rieleggibile una sola volta. È consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie e dalla rimozione. All’atto di presentazione della candidatura sono allegati un documento programmatico e l’elenco di tutti gli assessori che egli intende nominare, con l’indicazione del vicesindaco.
La dichiarazione di presentazione della candidatura alla carica di sindaco deve essere sottoscritta da non meno di 1.000 e da non più di 2.000 elettori.
È consentita la candidatura contemporanea alla carica di sindaco ed alla carica di consigliere metropolitano. Il sindaco è eletto con sistema maggioritario a doppio turno. Le schede saranno due, una per il voto al sindaco ed una per il voto al consigliere metropolitano. E’ previsto il ballottaggio in caso di mancata vittoria al primo turno.
Consiglio Metropolitano
Il consiglio metropolitano è eletto a suffragio universale diretto per un periodo di cinque anni, contestualmente all’elezione del sindaco metropolitano. La dichiarazione di presentazione delle liste dei candidati deve essere sottoscritta da non meno di 1.000 e da non più di 2.000 elettori. Il consiglio metropolitano è eletto con sistema proporzionale. Ai fini dell’elezione del consiglio la Città metropolitana è ripartita in due o più collegi aventi dimensione demografica di regola non inferiore ai cinquantamila e non superiore ai duecentocinquantamila abitanti, calcolati in base ai dati dell’ultimo censimento. Ricordiamo che il Consiglio Metropolitano include i rappresentanti eletti non solo nel capoluogo ma anche 13 comuni inglobati. Non sono ammesse all’assegnazione dei seggi le liste che non hanno conseguito almeno il 5 per cento del totale dei voti validi espressi.
Il presidente del Municipio metropolitano è eletto a suffragio universale e diretto in un unico turno contestualmente alla elezione del consiglio. Ciascun candidato alla carica di presidente deve dichiarare all’atto della presentazione della candidatura il collegamento con una o più liste presentate per la elezione del consiglio di circoscrizione.
CONSIGLIO MUNICIPALE
Il consiglio municipale è eletto a suffragio universale diretto per un periodo di cinque anni, contestualmente all’elezione del presidente del Municipio metropolitano.
Non sono ammesse all’assegnazione dei seggi quelle liste che abbiano ottenuto meno del 5 per cento dei voti validi.
Titolo VI Aree Metropolitane
Il riferimento è alle Aree Metropolitane individuate con la legge regionale 9 del marzo 1986. La Città metropolitana, i Liberi consorzi e i Comuni rientranti nell’Area metropolitana possono stipulare accordi per l’esercizio in comune di servizi e attività.
Particolare attenzione viene posta alla Città Metropolitana di Messina, che potrà d’intesa con la Regione favorire la stipula di appositi accordi con lo Stato, la Regione Calabria e la Città metropolitana di Reggio Calabria, al fine di consentire ai cittadini residenti nell’Area metropolitana di Messina e nella Città metropolitana di Reggio Calabria di usufruire dei servizi secondo criteri di prossimità.
Titolo VII Disposizioni transitorie e finali
L’ultima parte prevede l’istituzione della Conferenza Regione-Città Metropolitane cui partecipano il Presidente della Regione, l’Assessore regionale delle autonomie locali, l’Assessore regionale dell’economia e i sindaci delle Città metropolitane di Catania, Messina e Palermo. Avrà compiti di coordinamento delle politiche locali nel territorio e di informazione, consultazione e raccordo in relazione agli indirizzi di politica generale del Governo regionale che incidono sulle funzioni proprie o delegate delle Città metropolitane.
E’ istituita anche la consulta metropolitana, con carattere transitorio, composta dai componenti dei consigli dei comuni capoluogo soppressi e da un rappresentante eletto dai consigli degli altri comuni ricompreso nel territorio metropolitano. La consulta esprime parere necessario ma non vincolante sugli atti sottoposti all’esame della conferenza metropolitana e che sarebbero di competenza del consiglio metropolitano. La consulta cessa di esistere alla fine del periodo transitorio previsto dal Titolo I della legge.
Le prime elezioni per gli organi delle Città metropolitane e dei Municipi metropolitani sono indette per il primo turno elettorale utile successivo alla conclusione della seconda fase del periodo transitorio.
Durante il periodo transitorio, al fine di consentire il completamento del processo di riforma, è garantita la continuità dell’amministrazione mediante la proroga della durata in carica degli organi di governo provvisori della Città metropolitana e dei Municipi metropolitani fino al 45° giorno antecedente alle elezioni.
Rosaria Brancato