Consiglio straordinario Ponte con “bagarre” finale. Rinviata ancora la votazione dell’ordine del giorno sull’Accordo di Programma

Sarebbe dovuta, o meglio sarebbe potuta essere, una “partita” da chiudere velocemente, ma così purtroppo non è stato. Parliamo della seduta straordinaria di consiglio sul ponte, la cui terza “puntata” è stata programmata per mercoledì alle 10.30. All’ordine del giorno il “solito” documento presentato dai 13 consiglieri comunali (Pd, Udc, Fli Mpa), per chiedere la “bocciatura” dell’Accordo di Programma Quadro.

Non è però da questa “carta” che si comincia a discutere. Il presidente Previti apre infatti la trattazione dell’Odg presentato nella precedente seduta dal Pd (primo firmatario Gaetano Gennaro), in cui si stigmatizza la disparità di atteggiamento del governo nazionale fra l’alluvione di Giampilieri e le recenti tragedia di Liguria e Toscana. Il primo intervento è quello del “colorito” Caliò…colorito non in senso epidermico, bensì verbale. Il rappresentante del Pid che condanna l’atteggiamento assunto dalla deputazione nazionale, non perde occasione per andar all’attacco del sindaco Buzzanca, ancor di più alla luce della sentenza contro il doppio incarico. E’ a questo punto che il “colorito” tocca il picco…e stavolta anche in viso. La parola passa quindi al “proponente” Gaetano Gennaro che illustra nel dettaglio i contenuti del documento; a seguire il consigliere dell’Mpa Tamà, nell’occasione “schierato” tra le file dell’opposizione, perché tra i firmatari del documento. Il capogruppo del Pdl, Pippo Capurro, chiede una pausa per procedere alla formulazione di alcuni emendamenti. Dopo una “cottura” di circa mezz’ora le “correzioni” sfornate sono in totale tre. Tutte ottengono il benestare dell’aula: due riguardano alcune modifiche ed integrazioni, la terza è invece la richiesta di cancellazione, in toto, del punto 3 ovvero: “Il consiglio comunale censura la scelta politica di tutti i deputati nazionali che continuano ad appoggiare il governo e li invita a ritirare la fiducia finora accordata all’esecutivo Berlusconi, mostrano senso di appartenenza nei confronti della città di Messina”. Il taglio apportato mette d’accordo le parti.

Si procede. Il presidente Previti da lettura all’aula, nel frattempo sempre più desolata – ad eccezione della balconata che ospita i no pontisti – dell’Ordine del giorno relativo all’Accordo di Programma e annuncia, per la prossima settimana, la disponibilità a procedere al consiglio congiunto con i rappresentanti di Palazzo deni Leoni, dando seguito alla proposta avanzata dal capogruppo del Pd alla provincia Pippo Rao. La discussione si riapre con l’intervento del consigliere Barbalace che ribadendo la contrarietà alla firma, avanza una riflessione: «Siamo in una fase di transizione politica che mette in discussione anche la realizzazione del ponte. Piuttosto che parlare solo della penale di quasi 400 milioni di euro che lo Stato sarebbe costretto a pagare al Contraente generale, i nostri rappresentanti politici potrebbero ad esempio attivarsi per far sì che questa somma, anziché essere “versata” a vuoto, venga reinvestita per opere di infrastrutturazione sul territorio da parte della stesso General Contractor». A ribadire la contrarietà delle rispettive parti politiche all’APQ, anche i consiglieri Gennaro e Cilento, di avviso prevedibilmente opposto Saglimbeni.

Si avvicina l’ora “X”, quella cioè della votazione. I numeri, purtroppo, ancora una volta, non sono dalla parte dei presenti rimasti. Anche in questa seduta manca il numero legale. Inutili i tentativi di “recuperare” telefonicamente i colleghi che hanno già preso il volo, chi verso casa, chi verso la tavola. Il presidente Previti chiama a sé i capigruppo, mentre dall’alto scattano i primi cori: “Vergogna, vergogna, vergogna”, “Votate, votate, votate” e subito dopo l’esposizione di uno striscione: “La città è un bene comune, Messina non si svende”. E’ la goccia che fa traboccare il vaso: Previti invita i presenti a sollevare il “lenzuolo” ma la richiesta cade nel vuoto; sollecita dunque gli agenti della Municipale a salire sugli “spalti” per far accomodare fuori i “manifestanti”. Il clima si arroventa, volano spinte e paroloni che spingono alcuni consiglieri a intervenire per sedare gli animi. La protesta rientra, mentre tra i banchi viene accolta la linea del capogruppo del Pdl Capurro di rinviare la votazione alla prossima seduta. Rilevante è però il dato politico che ne emerge: «Chiedo – afferma l'esponente Pdl – di integrare l’ordine del giorno attraverso una verifica interna alla maggioranza anche alla luce dei diversi fatti nazionali». Concordi, ma per motivazioni opposte, legate all’importanza del tema e alle proteste scoppiate in aula, i consiglieri Cilento e Gennaro.

Tutto rinviato dunque. Ancora una volta. E la chiamano “straordinaria”. (ELENA DE PASQUALE)

IN BASSO IL VIDEO DELLA PROTESTA "SUGLI SPALTI" DELL'AULA