Doveva essere la stagione della partecipazione invece al “noi” si è presto sostituito “l’io”, le battaglie condivise sono diventate “i miei 40 anni di lotte” e al gruppo è subentrato il cerchio magico.
In 3 anni quella folla che ha sostenuto il cammino trionfale di Accorinti fino alla sua elezione ed all’ingresso “a mani nude e piedi scalzi” a Palazzo Zanca, non c’è più. Strada facendo amici e compagni di tante battaglie, sostenitori e accorintiani della prima ora, hanno preso un’altra strada, chi deluso, chi profondamente amareggiato, chi arrabbiato. Accanto ai nomi più noti il “c’eravamo tanto amati” ha anche un elenco di volti sconosciuti ai più, che sono poi quell’oceano che in Accorinti ha visto l’ultima speranza rimasta poi disattesa.
Tra i primi a capire che l’Accorinti sindaco non era più l’Accorintidiprima e che gli impegni presi in campagna elettorale erano stati accantonati, sono stati gli ormai ex consiglieri comunali Nina Lo Presti e Gino Sturniolo. Sono stati leali oppositori sui contenuti per quasi 3 anni mantenendosi fedeli agli ideali che li avevano spinti a candidarsi al fianco del sindaco. Presi di mira dai fan del sindaco non appena hanno cominciato a dissentire dall’ortodossia, alla fine dopo l’operazione Matassa ed un clima sempre più pesante, si sono dimessi.
C’è poi il capitolo degli esperti: doloroso l’addio di Clelia Marano, ex esperta di frontiera sempre in prima linea per i migranti e per l’emergenza abitativa, e se Michele Cannaò (marketing territoriale) ha affidato ad una durissima lettera le sue considerazioni, Angela Rizzo, ex esperta ai servizi sociali ha continuato le sue battaglie dall’esterno del Palazzo, Davide Rizzo ha spiegato le motivazioni del divorzio in conferenza stampa, mentre Filippo Grasso (turismo) ha scritto un post su facebook. Tra i primi “divorzi” c’è quello con Antonio Mazzeo, no pontista, ambientalista, giornalista che ha sempre mantenuto alta la voce ricordando all’amico di sempre, Accorinti, quelle idee e quei principi che li hanno sempre visti dalla stessa parte della barricata. Non è più idillio con l’ex assessore Nino Mantineo, che nel giorno dell’addio ha lasciato una lettera che era un j’accuse senza sconti per nessuno, mentre non sappiamo cosa ne pensi oggi un’altra ex della giunta, Patrizia Panarello, sacrificata sull’altare di “Signorino-Eller” senza neanche un grazie nonostante abbia fatto da parafulmine per oltre 2 anni per responsabilità non soltanto sue. Finita una luna di miele durata due anni con Leonardo Termini, scelto per un’operazione verità rimasta solo abbozzata e poi “promosso” sul campo come presidente dell’Amam. Nonostante il matrimonio abbia superato la disastrosa gestione dell’emergenza acqua di ottobre, da alcune settimane “volano i piatti”, dopo il rinvio a giudizio di Termini.
Se sul sindaco scalzo anche l’Orsa aveva creduto, i primi dissapori si sono registrati già “sull’altare”, gli scontri veri e propri sono iniziati alla fine della luna di miele.. Saro Visicaro, (Comitato la Nostra Città), storico pioniere della lotta ai tir, candidato nella lista Accorinti sindaco, ha capito presto che l’elezione del compagno di battaglie non avrebbe portato al traguardo che auspicava, e pochi mesi dopo ha preso le distanze. Anche il segretario provinciale di Rifondazione comunista Alfredo Crupi ha detto addio ben presto, mentre il gelo tra sindaco e Peppe Previti, dipendente del Comune e rappresentante sindacale in prima linea, è piombato a causa dei ritardi intollerabili sugli stipendi, dopo un’assemblea rovente di Fp Cgil (ma i malumori sono iniziati con i neo ingressi in giunta di Eller e Ursino, lontani dal progetto originario).
Nell’elenco del “c’eravamo tanto amati” ci sono anche quanti hanno sostenuto l’amministrazione o in campagna elettorale o al ballottaggio ma che dopo i primi mesi hanno cambiato strada. Il primo a prendere le distanze è stato Alessandro Tinaglia con Reset, poi Salvatore Mammola (Italia dei valori), Raffaella Spadaro (Verdi), ed ancora Franco Tiano. Il gruppo degli accorintiani del ballottaggio vede anche parte di quel centro-destra che dopo l’esclusione di Garofalo al primo turno ha dirottato entusiasmi e voti verso Accorinti. L’area di centro-destra di SiAmoMessina, nonché fan Pdl come Nanni Ricevuto, o Pippo Isgrò, che dichiaratamente si erano schierati al ballottaggio per il leader di CMdB,hanno virato dopo i primi passi dell’amministrazione ed i primi inciampi.
L’amore non è finito ma non è più quello del primo giorno, tra Accorinti e Cambiamo Messina dal basso. Più passa il tempo più assume le sembianze di un sentimento non corrisposto. CMdb infatti continua a sostenere lealmente il sindaco, ma è proprio lui, Accorinti, ormai salito nell’empireo, a vedere nel movimento che pure lo ha portato fin lì, l’immagine che molti mariti hanno della “cara vecchia moglie”. A Malalingua il primo cittadino ha candidamente affermato di non aver neanche letto il comunicato di CMdB sulla Fiera e sull’Autorità portuale. Il dubbio che il sindaco non leggesse le note del suo movimento o non ne tenesse in gran conto, era già venuto per le precedenti. La più recente è quella con la quale lo invitano a non retrocedere sulla richiesta di dimissioni a Termini e che non è stata presa in nessuna considerazione. Dalle cerimonie per l’anniversario dell’Unione europea all’emergenza acqua, al patto per la falce, al mare negato fino ai rapporti con l’Authority Accorinti preferisce ascoltare i suoi assessori di ferro, come Cacciola o De Cola, o indietrononsitorna piuttosto che l’anima “dal basso”. Dello spirito originario sono rimasti solo gli assessori Ialacqua e Pino, giacchè Cacciola e De Cola sono figli delle logiche del ballottaggio mentre gli ultimi ingressi in giunta, Eller e Ursino, in sostituzione di due espressioni “pure” di CMdB come Panarello e Perna, rappresentano addirittura un’inversione a “u” per dirla in termini automobilistici.
E’ ancora amore come il primo giorno, sebbene vi siano state alcune scaramucce, con indietrononsitorna, l’anima che si è contesa il cuore di Accorinti con CMdB. Le armi utilizzate per superare le tempeste sono state, come nei matrimoni dei nostri nonni, la pazienza e il far finta di non vedere o sapere le magagne del coniuge. Ma seduti sulla riva del fiume attendono prima o poi il passaggio di Le Donne….
Rosaria Brancato