Come anticipato ieri da Tempostretto le elezioni del Consiglio Metropolitano, fissate per il 20 novembre slittano al 20 gennaio 2017 leggi qui Ufficialmente la motivazione è di tipo tecnico, ed in effetti la circolare del Dipartimento regionale degli Enti locali presentava punti di difficile applicazione.
Ma accanto alle motivazioni burocratiche ci sono quelle politiche, legate sia agli scontri interni alla maggioranza per le poltrone di sottogoverno che le incertezze legate al dopo Referendum. Per quanto riguarda Messina poi c’è chi pensa che la sentenza prevista tra fine dicembre e gennaio nei confronti di Genovese e Rinaldi possa cambiare anche gli equilibri ed i numeri.
L’errore nella circolare ha comunque fatto precipitare la situazione ed alla fine la maggioranza Crocetta ha deciso per il rinvio al 20 gennaio 2017.
Oggi alle 15 è fissata la conferenza dei capigruppo all’Ars per stabilire il percorso ed i tempi rapidi per il ddl da votare in Assemblea. Si tratterebbe del terzo rinvio.
Un tempo infinito che si aggiunge alla riforma più lenta del Paese.
Ma andiamo alla motivazione che ha spinto gli alleati a dare più tempo agli uffici per predisporre il regolamento. Le perplessità non sono peregrine. La circolare infatti era abbastanza complessa soprattutto per quel che concerne il voto ponderato.
Stando infatti alla norma che disciplina l’elezione di secondo livello non tutti i consiglieri comunali hanno lo stesso “peso”. Dipende dalla popolazione del comune. Ad esempio il voto di un consigliere comunale di Messina vale 8 e mezzo rispetto a quello di un consigliere di Barcellona che ne vale 2 e mezzo. La misura ponderata si calcola in base alla popolazione registrata dall’ultimo censimento. Ma nel calcolare il peso del voto ponderato da attribuire ai singoli consiglieri il regolamento non ha tenuto in considerazione il fatto che alcuni comuni ( ad esempio nella Città Metropolitana di Messina è il caso di Patti) nei mesi scorsi sono andati al voto con la nuova legge che ha diminuito il numero dei consiglieri comunali. Questo rischia di creare una discriminazione tra quei Comuni che, ad esempio, hanno meno consiglieri comunali perché eletti a giugno rispetto a comuni che hanno la stessa popolazione ma consessi eletti con la vecchia legge e quindi con un numero superiore di consiglieri. Ne consegue che il voto ponderato avrà lo stesso indice per entrambi i Comuni, ma le conseguenze numeriche saranno diverse. A essere penalizzato sarà quindi il Comune con il Consiglio comunale ridotto. Nel caso riportato basta fare un raffronto tra Taormina e Patti. Taormina infatti ha ancora i consiglieri eletti nel 2013 quindi non in misura ridotta, pertanto, pur avendo un simile indice di ponderazione avrà un peso finale diverso perché ha più consiglieri rispetto a Patti. Un qualsiasi cittadino di Patti potrebbe quindi far ricorso contro la norma e vincere.
Da qui la necessità di rivedere gli aspetti regolamentari dell’iter per fare in modo che venga calcolato il “peso” del singolo Comune, senza creare disparità e quindi penalizzare chi è andato al voto la scorsa estate.
L’Ars dovrebbe quindi varare un provvedimento, il terzo, per stabilire il rinvio, ma subito dopo gli uffici dovranno predisporre un regolamento meno attaccabile.
Nel frattempo la maggioranza, divisa sulla lista unica e su altri fronti, proverà a smussare gli angoli per “testare” l’alleanza delle regionali 2017.
Superato poi il 4 dicembre anche lo scenario nazionale sarà più chiaro e solo in base a quello si decideranno le sorti delle elezioni dei Consigli Metropolitani.
Rosaria Brancato