La proroga di 36 mesi non ci sarà, né per Messina né per gli altri porti, tranne che per la Salerno di De Luca. Ci sarà invece un periodo di 3 mesi al massimo, per consentire i passaggi tecnici dal vecchio al nuovo sistema. Sarà una mini-proroga necessaria per il passaggio di consegne. Le dichiarazioni di Crocetta in Consiglio comunale, relativamente alle decisioni prese dal ministro, hanno innescato reazioni a catena. Da una parte c’è chi, come il presidente dell’Ars Ardizzone, rivendica la scelta fatta sin dal 2014 per l’accorpamento con Gioia Tauro, motivandone la decisione. Dall’altra ci sono Confindustria e CapitaleMessina che chiedono l’autonomia gestionale e la sede riprendendo quindi la tesi di Crocetta e Picciolo.
Probabile che il prossimo mese, Delrio sblocchi l’elenco delle Presidenze delle nuove Autorità Portuali scegliendo tra i 200 nomi finiti sul suo tavolo. Per quanto riguarda l’Autorità del Tirreno Meridionale in Calabria le indiscrezioni indicano sulla poltrona del presidente l’attuale assessore regionale con delega alla logistica ed al porto di Gioia Tauro Francesco Russo mentre da questa parte della sponda il nome più accreditato e ben visto dal ministro è quello di Enzo Garofalo, che l’Authority di Messina l’ha già guidata e la conosce bene.
Tornando al “day after”, il primo ad intervenire, con un post su facebook è stato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ricordando le sue prese di posizione sin dal 2014, ma soprattutto quelle datate fine 2015 (leggi qui l’intervista a Tempostretto). Un anno dopo ribadisce la sua tesi a difesa della nascita di un grande sistema.
“Con le dichiarazioni di Crocetta in consiglio comunale sulla mancata proroga (per fortuna)- si legge nel post- viene meno finalmente l'ultima resistenza che non voleva Messina inserita nella più grande Autorità PORTUALE di sistema d'Italia. Ci sono quindi le condizioni per cambiare veramente la nostra splendida CITTA'… ci vogliono coraggio e persistenza e soprattutto la capacità di non avere condizionamenti di nessun genere”.
Ardizzone, come anche D’Alia, ha più volte fatto riferimento a condizionamenti provenienti dal mondo imprenditoriale cioè alla società Caronte –Tourist favorevole ad un accorpamento con Catania.
“Ringrazio coloro che fin dal primo momento hanno creduto e sostenuto questa soluzione che rilancia Messina in una dimensione EUROPEA- conclude Ardizzone- e cioè il Presidente dell'Ordine degli architetti Giovanni Lazzari, il Prof. Michele Limosani, l'Arch. Giuseppe Fera, il Dott. Michele Bisignano, il comandante Nino Samiani, il Prof. Giuseppe Vermiglio e quanti hanno sostenuto la soluzione…anche coloro che a poco a poco si sono sfilati (ma questo è un altro ragionamento che farò a tempo debito)”.
Ardizzone quindi fa un esercizio di memoria e ricorda quanti, sin dall’agosto 2014, come ricordato dallo stesso Accorinti in consiglio comunale giovedì, posero le basi dell’accorpamento pensando ad una grande Autorità portuale del Mediterraneo, al punto da siglare quello che fu definito il Patto di Palazzo Zanca, con tanto di foto che ritraeva Ardizzone, Garofalo, l’assessore regionale della Calabria Fedele, Accorinti, l’allora sindaco di Villa San Giovanni, e la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile.
Chi la pensa in modo diametralmente opposto al presidente dell’Ars è Confindustria Messina che bacchetta la politica locale con una nota: “l’esito di questa vicenda è anche la naturale conclusione di un'attività della politica locale che non ha dimostrato la necessaria compattezza nel traguardare l'obiettivo dello sviluppo della portualità del nostro territorio.La riforma del Sistema Portuale nazionale è ormai una realtà, come lo è l'Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale Jonio e dello Stretto. Non possiamo, però, accettare che le modalità di gestione della costituenda Autorità sminuiscano le potenzialità dei nostri porti. Confindustria Messina ha sempre sostenuto la necessità di specializzare emettere a sistema la portualità della nostra provincia, costituita dai porti di Messina, Tremestieri, Milazzo e Giammoro. Si tratta di infrastrutture che generano valore e che vanno ulteriormente potenziate e che costituiscono una risorsa portante della nuova Autorità di Sistema Portuale. Perciò evidenziamo l'assoluta necessità che le risorse in capo all'Autorità Portuale di Messina possano concretizzare i programmi e i progetti strategici, in gran parte del tutto già finanziati, quali il porto di Tremestieri, la Cittadella fieristica, la Zona Falcata, il pontile di Giammoro”.
Confindustria invita la deputazione a sostenere Crocetta nell’impegno preso per chiedere l’autonomia finanziaria o almeno l’utilizzo delle risorse dell’Autohority messinese nel nostre territorio
Sulla mancata proroga interviene anche CapitaleMessina con una nota a firma Gianfranco Salmeri e Pino Falzea: “Ormai i buoi sono scappati, inutile chiudere le stalle!- si legge- Crocetta è arrivato fuori tempo massimo. È difficile immaginare ora l'autonomia finanziaria, il Decreto non lo prevede, ci sarà solo un ufficio territoriale portuale a Messina, propaggine decentrata dell'Autorità di Sistema, senza autonomia finanziaria. Il danno è fatto: bisognava pensarci prima. E ci dovevano pensare prima coloro che hanno consegnato entusiasticamente gli interessi dei nostri porti alla subalternità rispetto a quelli calabresi. L'accorpamento non è frutto del destino cinico e baro, ma della scelta consapevole di una parte della classe politica messinese e del disinteresse dell'altra parte. Crocetta non era presente, unico Presidente di Regione interessata alla Riforma dei porti, alla conferenza Stato-Regioni di Marzo, ha poi inviato una richiesta di proroga inefficace.Larga parte della classe politica cittadina era per l'accorpamento con Gioia Tauro, ad eccezione di Sicilia Futura, ed il PD perlopiù silente”.
CapitaleMessina sposa la tesi di Crocetta e Picciolo sulla richiesta della sede a Messina e dell’utilizzo delle risorse dell’Authority di Messina e Milazzo nel nostro territorio, e invita l’intera classe politica a chiedere al ministro Delrio la modifica del Decreto legge con l’inserimento di una clausola che preveda l’utilizzo dei proventi dei porti nel loro stesso territorio.
Rosaria Brancato