Una proposta di provvedimento amministrativo per i 7000 lavoratori, ritenuti, erroneamente, ancora “Tirocinanti” Calabresi, promossa dal consigliere regionale del Partito Democratico, Graziano Di Natale è stata presentata questa mattina nella sala Oro della Cittadella Regionale ‘Jole Santelli’, a Germaneto.
“Dopo anni di immobilismo- dichiara, Graziano Di Natale- ecco una proposta di provvedimento amministrativo, completa ma emendabile, che sarà oggetto di emendamento rispetto le indicazioni pervenute stamane dai lavoratori, al termine di un pacato ed incisivo dialogo tra le parti. Finora abbiamo preso atto di anni ed anni di parate politiche fini a se stesse. È venuta sempre meno l’autorevolezza della Regione Calabria incapace di esportare nei tavoli romani del Governo una proposta utile a porre la parola fine ad una situazione insostenibile per tanti padri e madri di famiglia che devono esser riconosciuti quali lavoratori a tutti gli effetti.
In particolar modo –sottolinea ancora Di Natale- l’articolo 3 è stato pensato rispettando alcuni parametri che la legge dispone, ma siamo già al lavoro per un’integrazione concordata. Nessuna malafede ma solo alcuni aspetti da limare rispettando i meandri della legge Italiana”. Qualora, questa proposta, migliorabile e discutibile, non convinca, – conclude Di Natale – sarò pronto a sostenerne un’altra, ammesso che qualcuno, al netto delle dichiarazioni fini a se stesse, proponga qualcosa di concreto”.
LA PROPOSTA DI DI NATALE NON PIACE A CGIL, CISL E UIL
La proposta di provvedimento amministrativo in favore dei 7000 tirocinanti calabresi però non è piaciuta alla triplice sindacale che a stretto giro, con i loro rispettivi segretari regionali hanno evidenziato come non può bastare una conferenza stampa per risolvere i problemi della Calabria.
Oltretutto, commentano Angelo Sposato (Cgil ) Tonino Russo (Cisl) e Santo Biondo (Uil), “nella proposta , manca una visione organica non solo del futuro professionale dei tirocinanti calabresi ma la stessa è anche carente di un’idea di riforma delle politiche attive regionali. Manca anche la copertura finanziaria che è postuma, rimandando ad impegni futuri del Governo i costi del provvedimento che sarebbe del tutto inefficace. Una presa in giro per i tirocinanti- viene definita dai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil– . Per questo riteniamo opportuno che il Consiglio regionale si riunisca per discutere sulle tematiche del lavoro e trovi la via condivisa per varare una progetto di riforma che sia in grado di rinnovare l’offerta delle politiche attive nel nostro territorio.
Sulla vertenza dei tirocinanti calabresi, poi, riteniamo sia opportuno affrontare una discussione allargata ed approfondita al fine di individuare i migliori percorsi individuali di valorizzazione professionale. E’ giunto il momento di mettere da parte le liturgie del passato, soprattutto in questa fase di avvicinamento al voto per il rinnovo del Consiglio regionale, che hanno provocato solo danni e si proceda in maniera sinergica lungo un percorso di rinnovamento, anche attraverso il corretto utilizzo dei fondi comunitari e delle provvidenze previste dal Pnrr”
GIOVEDI’ 20 MAGGIO LA PROTESTA
E nel frattempo c’ è chi si prepara alla mobilitazione come il coordinamento USB dei tirocinanti. “Le elezioni regionali si avvicinano – viene scritto in una nota – e sappiamo che gli appetiti di certa politica calabrese si fanno sempre più forti.
A testimonianza di ciò, sulla questione abbiamo assistito nelle scorse ore ad alcune uscite pubbliche, inutili e molto discutibili, da parte di alcuni consiglieri regionali che non fanno altro che aumentare la confusione pensando di poter trarne vantaggio politico. Lo ribadiamo con chiarezza, il tempo delle proroghe dei tirocini, tanto care a chi non vuole risolvere la questione definitivamente, è terminato. È necessario contrattualizzare i tirocinanti calabresi. Questa è l’unica soluzione per ridare dignità e diritti a circa 7000 calabresi che ogni giorno, senza alcuna certezza sul proprio futuro, svolgono professionalmente la propria attività nonostante le tante difficoltà. Per questo motivo giovedì 20 maggio saremo alla Cittadella regionale. Non c’è più tempo da perdere. Il Governo nazionale e la Regione Calabria devono assumersi le proprie responsabilità, senza ulteriori rinvii e promesse”.