Sono solo voci per altro non confermate quelle che parlano di un Sindaco dimissionario a Milazzo. Il fondo di verità è costituito dal grave momento di impasse in cui, da mesi, l'amministrazione si ritrova. Schiacciata tra i problemi finanziari dell'ente e il rapporto con il consiglio comunale, arrivato ormai sul lastrico.
Infatti con la prossima seduta del consiglio, decorreranno i 30 giorni utili per votare il famoso bilancio 2014 che tiene sotto scacco l'amministrazione da mesi. In riferimento a questo, il simbolo della rottura è costituito dallo scambio di accuse tra Sindaco e Antonio Foti, Presidente della Prima Commissione che si occupa appunti dello studio dei bilanci.
Un tempo tra i due era amicizia e fiducia massima, oggi sono agli antipodi. Il Sindaco ha perso numerosi "pezzi" pesanti della sua maggioranza, da Franco Rizzo ad Antonio Foti e lo stesso Presidente del Consiglio Gianfranco Nastasi. In consiglio, a capo dell'opposizione, si è messo in luce Pippo Midili, probabile candidato Sindaco per l'area di Carmelo Pino mentre nel centrodestra non si è ancora trovata la quadra.
Il gruppo originario di Forza Italia, guidato dallo storico Alessio Andaloro, è oggi con la Lega di Salvini, quindi si potrebbero aprire nuovi margini di dialogo per il sempre più "in corsa" Lorenzo Italiano, che appare il più "allenato". C'è poi il tandem Oliva – Nastasi che vede quest'ultimo sempre più vicino al deputato Tommaso Calderone, sempre in casa azzurra, e lanciato verso la candidatura a Sindaco.
Conferma la sua corsa anche l'Assessore alle politiche sociali Giovanni Di Bella – lo avevamo rivelato in esclusiva su Tempostretto – che però non si dice ancora sicuro della casacca da indossare e parla quindi di progetto "civico" probabilmente in continuità, almeno in parte, con l'attuale amministrazione.
Sembrano fuori dagli schemi, almeno sino ad oggi, i vari ex candidati Carmelo Formica, che si dice convinto di non rientrare nei giochi e Giuseppe Marano, che pensa più a uno spazio dentro Forza Italia, ma anche lo stesso Pino Ragusi della Lega, il quale non si è mai fatto vivo in questi tre anni se non nelle ultime settimane.
A sinistra la situazione appare quindi molto fumosa e le dimissioni di Formica – finora solo paventate da qualcuno e amplificate dall'affaire differenziata e raccolta firme – messe sul piatto della maggioranza, potrebbero invece essere una strategia per vincere nel marasma generale. D'altraparte il divide et impera è la lezione più antica in politica.