Il documento redatto da vari docenti dell’Università di Messina sull’ipotesi di recuperare i resti mortali di Antonello da Messina – avanzata nell’ottica di una più generale riqualificazione del Monastero di Santa Maria del Gesù a Ritiro – e la netta bocciatura del cosiddetto “Indiana Jones Nazionale”, ovvero Silvano Vinceti del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici e Ambientali, ha scatenato diverse reazioni. Dopo la lettera aperta dell’ex Presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Previti, che invita a rispettare il lavoro dei tanti volontari che credono nel progetto di recupero del Monastero, arriva la replica dello stesso Vinceti. Per quanto riguarda la credibilità del Comitato Nazionale, Silvano Vinceti scrive: “Trovo bizzarro e paradossale che un così folto numero,di storici dell’arte e accademici, abbiamo sottoscritto o condiviso un manifesto in cui sono riportate delle notizie imprecise, false e strumentali. È stato sempre precisato e chiarito che si tratta di una associazione senza scopo di lucro. Del nostro Comitato fanno parte insigni ricercatori e professori universitari, per citarne alcuni, Giorgio Gruppioni responsabile del laboratorio di Antropologia ossea della Università di Bologna, Lucio Calcagnile della Università del Salento. Francesco Mallegni della Università di Pisa, Antonio Moretti della Università dell’Aquila”.
Per quanto riguarda i dubbi sollevati sulle attività del Comitato, Vinceti ribatte che: “Le ricerche dei resti mortali della Monna Lisa sono in atto e vedono impegnate varie Università e professori universitari. Stupisce che ricercatori e uomini di cultura siano o, non informati, o peggio, forse in cattiva fede. Inoltre, per la ricerca legata ai resti mortali di Caravaggio, oltre a storici, hanno fattivamente collaborato varie Università italiane specializzate negli esami del carbonio 14, esami istologici, esami dei metalli pesanti nei resti ossei, esami del Dna ecc . Eccellenze istituzionali italiane che applicano nuove metodologie e tecnologie sofisticate per risolvere problemi che gli storici non sono in grado di risolvere. Se lo vogliono invieremo a tutti i sottoscrittori di questo appello gli esami fatti, i risultati a cui si è pervenuti, i rispetti dei protocolli internazionali e forse, con loro stupore o dispiacere,costateranno che le ragioni per cui si è ritenuto di aver trovato i resti mortali di Caravaggio, non sono ipotesi storiche ma dati concreti che portano ad attribuire al ritrovamento quella percentuale del 90% e più. Percentuale che per la scienza che si fonda sul concetto di probabilità è una base di garanzia della validità di un risultato a cui vanno aggiunti documenti storici che completano il quadro”.
Nel documento dei docenti, veniva sottolineato come il Comitato avesse ricevuto diversi finanziamenti da enti pubblici come il Comune di Firenze e si invitava la Regione Siciliana e il Comune di Messina a non fare altrettanto. Vinceti dichiara essere falso che il comune di Firenze abbia versato dei finanziamenti: “La Provincia – spiega – ha erogato per tutta la ricerca 18.000 euro di cui 8.000 per degli esami del geo-radar che avrebbe dovuto necessariamente compiere, come previsto dal protocollo d’intesa con la Sopraintendenza archeologica toscana con la quale abbiamo avuto una fertile e costruttiva collaborazione.. Grazie all’effetto mass-mediale della nostra ricerca, oggi quell’immobile fatiscente e deformato da screditati interventi edilizia, è oggetto d’interesse di vari gruppi finanziari internazionali per il suo recupero e valorizzazione”.
“Sempre in questo appello – continua Vinceti – viene riportato che il Museo del Louvre mi avrebbe definitivamente bollato come “ ciarlatano”. Il mestiere dell’estrapolare una frase da un contesto per screditare un’altra persona è vecchio quanto il mondo e, mi stupisco, che chi ha sottoscritto quel manifesto non si sia premunito di conoscere meglio, il perché e quando venne usata questa espressione; ottimo esempio di come un ricercatore o uno storico non dovrebbe comportarsi. Se avessero fatto una ricerca seria emergerebbe che quella espressione – ciarlatano- è stata una reazione ad una nostra scoperta delle lettere S ed L e del 72 nella Gioconda del Louvre. Si da il caso che quelle lettere e il 72 sono visibili, pur se con difficoltà, anche ad occhio nudo e che il laboratorio incaricato dal Louvre per uno studio sulla Gioconda ha ammesso la presenza di queste lettere negli occhi della Gioconda”
“Per quanto riguarda la ricerca su Antonello da Messina – conclude – io mi sono limitato ad asserire che sulla base dei documenti visionati mi sono convinto che sia stato sepolto nella chiesa di Santa Maria in Gesù Superiore. Convinzione basata su tutta una serie di argomenti e che sono pronto a confrontare con altre tesi. Non ho mai dichiarato nulla nel merito della sua morte per tubercolosi, ho detto che se fosse storicamente accertato si tratta di un indizio importante in quanto rintracciabile nei resti ossei.Ho invece detto a più riprese che è fondamentale tentare di recuperare dei discendenti per poter compiere gli esami del Dna ma che sono altamente significativi anche gli esami del carbonio 14 che ci da dati importanti sul periodo storico a cui appartengono quei resti mortali, l’esame istologico che ci da con precisione l’età del resto preso in esame. Non credo che in quella chiesa, in quel periodo storico specifico vi siano state molte sepolture di persone che hanno una certa età, possono avere piombo da colori nei resti mortali e altri indicatori. Ovvio che il Dna rimane un esame importante e fondamentale ma in alcuni casi non determinante”.
Eleonora Corace