Milazzo, ieri, 9 donne hanno avuto una strada intitolata.
Sono rimasta senza parole quando man mano venivano scoperte le targhe.
E mi sono scese le lacrime quando i familiari di Graziella Campagna hanno abbracciato i genitori di Anna Cambria.
L'una per aver visto troppo (troppo nei codici non scritti dei mafiosi, sebbene non avesse idea di cosa si trattasse).
L'altra per essersi trovata nella traiettoria di una pallottola in pieno centro a Milazzo mentre usciva da un bar; venne colpita a morte da quella pallottola diretta ad un altro ma che il killer non risparmiò sparando.
Morte, adolescenti, per due guerre che non le appartenevano.
Giovani donne come Rita Adria, suicida dopo la morte del giudice Borsellino.
"Guerre" come quella della poliziotta Emanuela Loi, morta per lo Stato nella strage di via D'Amelio.
Le guerre si combattono in tanti modi, Maria Grazia Cutuli e Ilaria Alpi lo fecero con le loro inchieste.
Rosa Balistreri conduceva le sue battaglie civili con la musica e le sue canzoni.
E poi infine una strada alla straordinaria scrittrice catanese Goliarda Sapienza e una alla grandissima Ipazia.
Morta perché voleva pensare…
Grazie #Milazzo e alla sua amministrazione che ha mantenuto l'impegno assunto lo scorso agosto in occasione della conferenza stampa di presentazione della mostra #Violate, da subito accanto a#postoccupato di cui ne condivide visioni e principi su come la violenza possa essere colpita, ed essere isolata!
Anche così.
Maria Andaloro