Gli inquirenti non hanno dubbi: è stato un omicidio. Nessun incidente, nessuna fatalità. Sebastian Lupescu, il bambino rumeno di sette anni morto ieri pomeriggio al Policlinico di Messina è stato avvelenato. Forse da qualcuno voleva compiere una strage ed uccidere l’intera famiglia, padre, madre ed i tre figli.
E così qualcuno la mattina dell’otto marzo ha lasciato davanti alla porta di casa, a Naro in provincia di Agrigento, un pacco contenente una bottiglia di vino, delle arance ed una scatola di cioccolatini al liquore. Ma prima aveva iniettato all’interno degli alimenti un potentissimo veleno, forse un pesticida. Ma questo lo stabiliranno con maggior certezza gli esperti del Centro antiveleni di Milano dove i campioni sono stati inviati.
Intanto oggi i carabinieri, su delega del Procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, hanno nuovamente sentito i genitori dei tre bambini ed hanno chiesto loro di ricostruire quelle drammatiche ore. I due hanno raccontato che i bambini hanno subito assaggiato i cioccolatini trovati nel pacco senza chiedesi chi avesse potuto lasciare quel regalo dietro la porta di casa. Subito si sono sentiti male. I vicini, allertati dalle urla della madre dei piccoli, hanno soccorso i bambini e li hanno trasportati al pronto soccorso dell’ospedale di Canicattì. Da lì due di loro, Sebastien di 4 anni e Alexandro di 7 anni sono stati trasferiti al Policlinico di Messina mentre Inonut di 10 anni è ricoverato al S.Elia di Caltanissetta. Alesando ed Inonut sono entrambi fuori pericolo. Adesso si sa che non è stato il metanolo a provocare l’avvelenamento come si era pensato in un primo momento ma un erbicida letale. Secondo gli investigatori potrebbe trattarsi di una vendetta nei confronti del padre. Per questo i Carabinieri anche oggi hanno sentito vicini di casa, amici e parenti. La verità è ancora lontana ma gli investigatori sono ottimisti. Qualcosa nelle prossime ore potrebbe venire fuori.