Sono state trentasei ore di agonia, a lottare tra la vita e la morte in un lettino del reparto di terapia intensiva pediatrica del Policlinico di Messina, appeso come un filo su un limbo, tenuto in coma farmacologico dai medici che lo assistivano notte e giorno. Ma il suo cuore non ce l’ha fatta, ha smesso di battere questa notte, due minuti prima che l’orologio scoccasse le 5.
E’ finita così, troppo presto, la vita di Giuseppe Pirri, il bimbo di 6 anni che, sabato pomeriggio, era volato giù dal quarto piano di casa sua, in contrada Fondaco Nuovo, a Barcellona. Una caduta violentissima, di oltre 10 metri, sulla cui dinamica stanno ancora indagando i carabinieri della Compagnia locale. Le condizioni del piccolo, quella sera stessa, erano apparse disperate. Dopo esser stato soccorso d’urgenza e trasportato all’Ospedale Cutroni Zodda di Barcellona, il bimbo era stato poi trasferito a Messina con un trauma cranico e toracico importante. Era troppo grave. I medici hanno tentato il tutto per tutto per strapparlo alla morte. Non ce l’ha fatta.
Adesso spetterà ai militari dell’Arma coordinati dal Capitano Fabio Valletta far luce, esattamente, su quello che è accaduto a Fondaco Nuovo, quel tragico sabato pomeriggio. Troppe versioni contrastanti quelle fornite da chi è già stato ascoltato, che non hanno ancora permesso di appurare se Giuseppe, al momento del volo, fosse in casa solo o con qualcun altro. Si indaga per capire come il bimbo sia potuto cadere oltre la ringhiera del balcone, verso un vuoto che non gli ha lasciato scampo. I carabinieri hanno già aperto un fascicolo di inchiesta. (Veronica Crocitti)