MESSINA – Arriva anche la sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata lo scorso 27 febbraio, a dichiarare come illegittimo l’affidamento diretto del servizio di traghettamento veloce deciso dal Ministero delle Infrastrutture sulla tratta Messina – Reggio Calabria. Di fatto anche il Consiglio di Stato conferma il precedente giudizio della Corte di giustizia europea in merito al ricorso presentato dalla società Liberty Lines contro l’affidamento diretto che dal 2018 vede Rfi, società del Gruppo Fs, gestire la tratta marittima di traghettamento veloce Messina-Reggio Calabria. Nella sentenza il Consiglio di Stato sancisce definitivamente l’illegittimità giuridica dell’affidamento diretto del trasporto marittimo veloce evidenziando la necessità di mettere a gara ad evidenza pubblica un servizio che, non potendo essere assimilato al trasporto ferroviario, deve soggiacere a logiche di libero mercato. “Scelte del Governo nazionale che risalgono all’ottobre 2018 e che oggi si rivelano sbagliate rischiano di generare il caos nel già complicato e precario sistema dei trasporti passeggeri sullo Stretto di Messina – dichiarano Carmelo Garufi e Michele Barresi segretari generali di Filt Cgil e Uiltrasporti Messina. Un servizio che, come spesso abbiamo denunciato negli ultimi cinque anni, è stato gestito in maniera precaria – continuano i sindacati – proprio per una inadeguata o assente strategia dei Governi nazionali che si sono succeduti finendo per penalizzare migliaia di utenti, pendolari e studenti, siciliani e calabresi, che quotidianamente subiscono continui disservizi e la poca affidabilità nella mobilità tra le due sponde dello Stretto. Preoccupano i livelli occupazionali di un servizio oggi garantito dalla società Blu jet di RFI che impiega un centinaio di lavoratori – dichiarano Garufi e Barresi – ed è pertanto urgente capire quali siano le direttive e la tempistica del Ministero nell’emissione del prossimo bando di gara. Ad oggi l’unica certezza è sempre l’ennesima proroga dell’affidamento della tratta Messina Reggio imposto dal MIT alla società Blu Jet fino al mese di settembre 2023 – concludono Garufi e Barresi – ma auspichiamo che la politica che rappresenta i cittadini dello Stretto si adoperi per aprire con urgenza un tavolo di confronto presso il Ministero, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e le parti sociali, al fine di mettere al centro delle scelte future le reali esigenze di mobilità di quest’area e definire il perimetro del prossimo bando affinché si dia stabilità ed un futuro al servizio di traghettamento veloce sullo Stretto che ponga come priorità il mantenimento dei livelli occupazionali e l’efficienza del trasporto marittimo tra le due sponde incrementando definitivamente il numero di corse, la sicurezza e la qualità dei mezzi impiegati.