Da gennaio, a meno di ritardi, il servizio tranviario si fermerà. Inizieranno i lavori di riqualificazione della linea, durante i quali, almeno per un periodo, non vedremo vetture in movimento.
Nel frattempo, però, il servizio resta carente. Il motivo principale è lo scarso numero di vetture disponibili: al momento sette, di cui cinque rinnovate e due vecchie (la 8 e la 10). L’obiettivo, entro fine anno, è di arrivare a otto vetture nuove e una vecchia, con l’arrivo di tre tram in fase di completamento rinnovo (compresa l’incidentata “Duomo”), mentre una delle due “superstiti” andrà in Campania per seguire il percorso delle altre.
La flotta dovrebbe essere incrementata ancora nel 2025 per ripresentarsi finalmente con un servizio degno di questo nome a fine lavori sulla linea.
Ma adesso non salta giornata in cui non ci siano corse tranviarie sostituite da bus 28 o del tutto soppresse. Oggi, ad esempio, nove corse tram erano sostituite da bus e ben quaranta soppresse. “E’ un intero cartellino di un unico tram” – spiega il presidente di Atm, Giuseppe Campagna.
I guasti rientrano nella normalità, soprattutto per le due vetture più vecchie. Ma forse, per questo, è stato un azzardo rimodulare l’orario a partire dallo scorso 1. marzo, quando la frequenza di passaggio è stata diminuita da 20 a 17 minuti. La tabella prevede in servizio 6 tram su 7 ma spesso non si è riusciti a rispettarla.
Così, se prima l’attesa alle fermate era nell’ordine massimo di 20 minuti, adesso rischia di arrivare addirittura fino a 34 minuti, cioè 17 per due, considerate le corse soppresse. Tradotto: meglio avere 5 tram in servizio regolare, a frequenza 20 minuti, che 6 in servizio quotidianamente ridotto.
La speranza, anche se per un breve periodo, è che il “calvario” possa concludersi con una delle nuove vetture, che attualmente è in fase di collaudo. Con 8 tram a disposizione dovrebbe essere più facile garantire la sesta tabella con regolarità.