Reset guarda al futuro attraverso la sua nuova “scatola di vetro”

“Fino a poco tempo fa qui c’era un centro scommesse. Adesso ci siamo noi che la scommessa l’abbiamo fatta veramente clamorosa”. Ci scherza su Alessandro Tinaglia, candidato alle prossime amministrative del 2013 insieme ad Adriana Russo, presentando la nuova sede di Reset. Un movimento che sta crescendo, che ha visto aumentare l’interesse della gente soprattutto dopo l’ufficializzazione dei suoi candidati qualche settimana fa. Perché mentre il mondo politico è in fermento per le imminenti elezioni regionali Reset continua a guardare solo al futuro di Messina. Quella inaugurata ieri sera è la casa di Reset e grazie a questa sede adesso potranno aprirsi ancor di più ai cittadini, a chi vorrà proporre un’idea, a gruppi e associazioni che quì potranno trovare un punto di riferimento. Come sempre parole d’ordine trasparenza e partecipazione. E non a caso hanno ribattezzato questa sede “scatola di vetro” perché nelle loro intenzioni c’è solo la volontà di far vedere e conoscere chi sono e quali obiettivi si pongono. La scatola di vetro di Reset si trova in via Primo Settembre e resterà aperta tutti i giorni organizzando tavoli di confronto, dibattiti, gruppi di studio. Ma guai a chiamarla sede elettorale. E’ un laboratorio, il primo, ne nasceranno altri due a nord e sud della città per andare incontro alla gente. Gente normale, non politici, non tesserati dei partiti, non candidati e non eletti, non venditori di fumo. Chi si presenta da loro con la promessa di voti o con logiche partitiche perde tempo. In cantiere hanno già diversi progetti, stanno lavorando su dati e numeri che riguardano il trasporto marittimo nello Stretto e proveranno a presentare delle proposte concrete per andare incontro alle esigenze dei cittadini, soprattutto dei pendolari. La loro priorità però resta comunque il lavoro. Sfrutteranno questi mesi per continuare ad elaborare la giusta strategia per far ripartire Messina proprio da ciò che le manca di più, il lavoro. “E’ un argomento di cui non sentiamo parlare da almeno vent’anni e il risultato è che la nostra città si sta svuotando perché non offre alcuna possibilità. Siamo convinti che bisogna puntare su quelle risorse che Messina ha ma che non sono mai state sfruttate. Dobbiamo farlo per noi e per i nostri figli affinché possano scegliere di restare”, queste le parole di Adriana Russo. Reset ha fatto la sua scommessa e ci crede. Perché la sua è una “città possibile”. (Francesca Stornante)