“La spinta verso la svolta infrastrutturale e dei trasporti in Sicilia si allarga all’energia pulita, grazie all’iniziativa dell’imprenditoria nostrana. Questa è una logica virtuosa di mercato che il Governo Musumeci sta assecondando e sostenendo da una parte con i cantieri di risanamento della viabilità principale e secondaria, dall’altra con gli investimenti sui trasporti terrestri e marittimi”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti Marco Falcone nel corso della presentazione del primo impianto di produzione di biometano e dell’inaugurazione del primo impianto di distribuzione Lng (Liquid Natural Gas) in Sicilia, alla Zona industriale di Catania. “Lavoreremo anche a nuove misure a sostegno dell’uso di mezzi di trasporto green – aggiunge Falcone – e per quanto riguarda le autostrade gestire dal Cas, avvieremo già lunedì con l’ente un piano per esentare dal peggio gli automezzi a gas naturale liquefatto. Inoltre, sul piano amministrativo, avvieremo la formazione del personale delle Motorizzazioni civili per le revisioni delle auto elettriche e a combustibile alternativo”.
Vincenzo Franza, Ad del Gruppo Caronte & Tourist, intervenendo alla cerimonia, ha detto che “C&T valuta con grande interesse e favore la costituzione o la riconversione delle flotte aziendali – navi o tir che siano – da gasolio a gas naturale liquido. Abbiamo scelto da anni, primi armatori in Sicilia – chiosa Franza – la via del trasporto ecosostenibile, avviando un percorso che, fatto di interventi su carene e motori, di formazione del personale e di collaborazioni con associazioni ambientaliste, si è compiuto mettendo in linea nello Stretto la Elio, ammiraglia del Gruppo e prima nave traghetto nel Mediterraneo che può essere alimentata anche con Lng. E però, oltre due anni fa, come Caronte & Tourist (pratica in cui è in corso d’opera subentrato il gestore del porto) chiedemmo di poter realizzare nell’approdo di Tremestieri (da cui transitano i tir che traghettano sullo Stretto di Messina) un distributore di Lng per veicoli terrestri, dotato di un piccolo deposito (100 mc) che avrebbe anche costituito una riserva a servizio della Elio. Poche settimane fa, dopo lunghi scambi epistolari dal tono pirandelliano, passando per motivazioni successivamente smentite e spericolate giravolte logico-argomentative, l’AdSP dello Stretto ha preannunciato, per l’ennesima volta, il rigetto dell’autorizzazione alla realizzazione, con l’inedita e inaudita motivazione di voler affidare uno studio di fattibilità per valutare l’eventuale futura realizzazione di un “mega-deposito” costiero di Lng da 10.000 metri cubi prevista per la prima volta dal Pot approvato qualche settimana prima. Insomma, una raffinata forma di blocco burocratico: impedisco di far 100 subito perché forse farò uno studio per valutare se possibile realizzare 10.000 da un’altra parte. Naturalmente il merito della vicenda sarà dipanato in altre sedi, ma a oggi il risultato è che la Elio e i tir continuano ad avere problemi di approvvigionamento, poiché manca a Messina un distributore di Lng con deposito, e lo stesso problema avranno evidentemente le altre unità che abbiamo già in cantiere o in progetto, anch’esse a propulsione green”.
“Tutto ciò fa riflettere ancora di più sulla validità della scelta di un’Autorità portuale – incalza Franza – svincolata da logiche di integrazione in un sistema regionale di gestione unitaria e organica delle politiche di trasporti e logistica. Né è possibile d’altra parte sottacere che la Regione siciliana ha deciso di puntare sull’Lng per la propulsione delle nuove navi in fase di avanzata progettazione per l’utilizzo nel collegamento con le Isole Minori. In questa prospettiva non pare sufficiente che la stessa abbia assunto una posizione critica nei confronti dell’AdSP dello Stretto, non nominando il proprio rappresentante negli organismi di quell’amministrazione e impugnando la nomina del Presidente. Considerando, dunque, che il porto di Tremestieri è regionale – conclude Franza – confidiamo in un intervento di alto spessore politico che rimetta ordine in tale intricatissima vicenda, ripristinando meccanismi di programmazione e gestione nei quali i territori rappresentati siano dotati di capacità d’incidenza proporzionale al loro peso specifico”.